"Temo... temo che ormai non ci sia più niente da fare... e Missan non ammetterà mai il suo coinvolgimento in questi fatti, dunque far scoppiare uno scandalo servirebbe solo ad ampliare la distanza e la diffidenza tra Inghilterra e Magnus. Invece avete bisogno di tenerli vicini e tranquilli... tieni vicini gli amici e ancor più vicini i tuoi nemici, diceva papà..." Mi asciugai le lacrime.
Quelle parole mi erano sgorgate dalle labbra come se stessi recitando una vecchia filastrocca d'infanzia. Nelle mie giornate liete trascorse a corte, trastullandomi con i suoi piaceri... che cosa mai avevo imparato senza accorgermene? Era come se stesse venendo alla luce qualcosa che non sapevo far parte di me.
Presi la carta e intinsi la penna nel calamaio.
"Vi ricordate di quel giovane... quel Tyler del Kent? L'avrete certamente visto insieme a mio padre, visto che lo accompagnava ovunque..."
Tyler. Nel menzionare quel nome mi tornò alla mente il suo sorriso.
Affascinante per essere un semplice capitano di ventura che aveva fatto la sua fortuna entrando nelle grazie di mio padre. Un parvenù, dicevano a corte, ma Tyler era ben più di quello. E mio padre lo aveva scovato durante uno dei suoi viaggi in Inghilterra. Aveva notato la sua abilità con la spada e un'efficienza fuori dal comune, quindi lo aveva ripulito e portato con sè, un po' come quando si adotta un cucciolo.
Il cucciolo era cresciuto. Ed era pure mordace.
C'era stato un periodo in cui mi ero infatuata di quel giovane uomo tanto differente dal resto della mia nobile compagnia. Ma, consapevole del mio dovere verso la mia famiglia, avevo arginato la tentazione e avevo abbandonato la residenza di Beauchamps, andando ad affogare ogni mia debolezza nella vivace corte della capitale. Era servito a poco, comunque, visto che papà, sospettoso, aveva a malincuore deciso di separarsi dal suo uomo di fiducia e lo aveva mandato in Inghilterra a prendersi cura dei nostri affari laggiù. Promosso e allontanato.
Non lo vedevo da molti mesi.
A quel punto era la mia unica speranza.
Sapevo del genere di lavori che svolgeva per mio padre. Adesso ero io ad avere bisogno dei suoi servigi.
Scrissi poche parole:
"Sono Melisendra Yolande Demetra Du Blois, dopo molte peripezie e vicessitudini ho trovato rifugio dai disastri che ci hanno travolti ad Animos, certamente avrete udito la triste notizia della morte di Alexandre Du Blois. Ora ho bisogno del vostro aiuto... e oso sperare che non me lo negherete.
Il latore della presente può condurvi nel luogo in cui ho riparato.
Vi saluto con l'affetto che si deve a un amico.
Vostra,
Melisendra."
Sospirai, speranzosa.
"Ecco, penso che lo troverete nella città del porto... so che amava frequentare... bè, i bassifondi... Spero che sia ancora così, altrimenti non saprei dove cercarlo." Esitai, poi mi tolsi la catenina con la foglia d'edera dei Du Blois e la consegnai a Jalem. "Mostrategli questo... potrebbe diffidare del messaggero altrimenti... e il Cielo sa quanto sia suscettibile quell'uomo..."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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