Carrinton, ad udire quelle parole di Altea, restò visibilmente turbato.
“E’ arrivato a tanto quel gaglioffo!” Esclamò. “E voi avete permesso una cosa simile a quel dannato?” Cercò di calmarsi. “Ditemi… ha approfittato di voi? Ha usato quella meschina bugia per disonorarvi?” Tirò un pugno contro lo sportello della carrozza. “Che sciocco che sono! Avrei dovuto comprendere che era una farsa la sua! Avrei dovuto leggere la perplessità sul vostro volto! E sia… per compiacervi accetterò di non punire la sua insolenza, milady… ma se si avvicinerà ancora a voi… giuro che lo infilzerò io stesso!”
Un lampo in quel momento attraversò lo sguardo di Carrinton.
Il volto, gradevole e gentile, mutò per un attimo espressione ed una smorfia di rabbia ed astio alterò i suoi bei lineamenti.
Carrinton aveva pronunciato quelle sue ultime parole non come una minaccia, ma come una promessa.
Egli era infatti considerato da tutti il miglior spadaccino di Camelot.
Ad un tratto la carrozza imboccò un viale alberato, per giungere poi davanti ad una sontuosa residenza.
“Eccoci arrivati al palazzo di lady Sophia.” Disse Carrinton ad Altea.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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