Salutai Sir Guisgard con un cenno del capo e poi mi ritirai nelle mie stanze.
Mi sembrarono vuote e ancora più estranee senza la presenza della mia cara governante, della mia confidente e unica amica.
Colta dal nervosismo liquidai le cameriere con un gesto imperioso e rimasi da sola a immergermi nella tinozza.
Il braccio mi doleva ancora, ma non c'era ragione per soffermarsi sulle sofferenze del corpo, quando il mio cuore era in pena per Giselle.
Uscii dalla vasca e mi asciugai, quindi cercai un abito e indossai il primo che mi capitò sotto mano.
Nel sole pomeridiano ogni cosa splendeva con grazia. Gli stucchi dorati riflettevano una luce gradevole e rassicurante.
Scesi in giardino a passeggiare, rimanendovi fino al tramonto del sole.
Mi augurai che Jalem potesse completare la sua missione e portare con sè Tyler.
Sdraiata sotto un noce rimasi a osservare l'orizzonte. L'aria iniziava a soffiare e in lontananza una lieve foschia saliva dal terreno. Ricaddi all'indietro, esausta, ad ammirare il cielo che si rannuvolava sopra di me.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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