La mano di Elisabeth.
La mano di Elisabeth sulla sua schiena causò un brivido al misterioso Monsieur.
I muscoli dell’uomo, umidi per il sudore e resi caldi dalla fatica e dal sole, ebbero quasi un sussulto al tocco di Elisabeth.
L’uomo si voltò allora di scatto, afferrando la mano della donna.
I suoi occhi fissarono quelli di Elisabeth per alcuni, interminabili, istanti.
“Le vere cicatrici sono quelle dell’anima…” mormorò, rompendo finalmente quel silenzio “… quelle non smettono mai di bruciare…”
Stringeva con forza la mano di Elisabeth.
La donna era quasi alla sua mercè, come abbandonata al volere di quell’uomo per lei senza nome e senza passato.
Gli occhi di lui scesero su tutta la figura di lei.
Era bella Elisabeth, avvolta in quella lunga veste accarezzata dal vento.
“Non dovreste parlare delle vostre cicatrici…” aggiunse Monsieur “… né di ciò che vi riguarda così intimamente… siete una donna… una bella donna… e viaggiare da sola potrebbe essere pericoloso…”
Lasciò finalmente la mano di Elisabeth.
Prese poi uno straccio e si asciugò il petto e le spalle dal sudore.
“Si, anche a me è venuta fame, madame…” disse dopo essersi rimesso la sua camicia “… andiamo ad assaggiare le famose focacce del nostro taverniere.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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