Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 11-10-2011, 02.55.53   #573
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quella voce e poi tutti a voltarsi verso di essa.
In un attimo il nutrito gruppetto che circondava Talia si aprì e qualcuno avanzò verso il centro della scena, dove si stava per consumare quel dramma.

“Rientra in casa, Adelyen!” Disse la balia alla ragazza. “L’aria della sera si è fatta fredda e poi non sta bene per una ragazza restare fino a tardi sul suo balcone!”
“Si, arrivo, balia...” sospirando alla Luna la giovane.
Ad un tratto udì dei passi nella notte.
Un’ombra nella strada e una luce nello sguardo di lei.
“Sei tu, Armand?”
Una figura prese vita proprio sotto il suo balcone.
“Armand!” Chiamò di nuovo lei.
“Armand non è qui...”
“Chi siete voi?” Chiese la ragazza.
“La Notte...” rispose la figura “... funesta... perché ha smarrito i sogni... i vostri ed i miei...”
“Dov’è il mio Armand?”
“Caduto all’angolo di una strada...” mormorò la figura “... egli aveva la bellezza, ma non gli è servita contro di loro... dovevo morire io e non lui... nessuno piangerebbe ora la mia morte...”
“E dovevate morire al suo posto!” In lacrime lei. “Armand! Il mio Armand!” E si accasciò in lacrime sotto la muta Luna.
La stessa silenziosa ed enigmatica Luna che illuminava, col suo pallore, la strada dove in lacrime andava svanendo la figura.

“Cosa c’è?” Chiese uno di loro a colui che li aveva fermati. “Perché ci hai interrotti?”
Era una figura coperta da un lungo mantello marrone ed un cappuccio sul capo.
“Non potete ucciderla…” disse “… lei non c’entra nulla con quei giovani giunti qui…”
“Come fai a dirlo?” Chiese un altro dei presenti.
L’uomo col cappuccio alzò lievemente la testa e guardò verso il loro capo.
“La ragazza ha detto la verità…” mormorò a l’uomo che aveva sentenziato la condanna di Talia “… lei non ci tradirà… non è una nostra nemica…”
“Come fai ad esserne certo?” Domandò il capo.
“Perché lei è davvero un’attrice…” rispose l’uomo incappucciato “… è... mia sorella Talia e lavora con me nella compagnia teatrale del vecchio Essien…”
Il capo, dopo che un’enigmatica espressione aveva attraversato il suo volto, annuì e fece cenno ai suoi di liberare l’audace Colombina.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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