Una volta da piccolo, ricordo, che al borgo giungeva in occasione delle varie festività un burattinaio col suo carrozzone.
Noi ragazzini correvamo ai suoi spettacoli per vedere i suoi burattini e sognare con essi.
Un giorno di festa, poi, stranamente il burattinaio non si presentò.
Restai turbato ed attesi le altre feste per rivedere i suoi spettacoli.
Ma egli non tornò più.
Lo rividi poi qualche anno dopo.
Era invecchiato, ma l’espressione era la stessa di un tempo, con quell’aria bonaria ed il suo perenne sorrisi.
Gli chiesi del perché del suo abbandono.
“Ragazzo mio…” rispose “… l’età non mi ha più permesso di girovagare con i miei burattini. Ma il fatto che tu oggi ti sia ricordato di me, significa che quei miei burattini, nel tuo cuore, stanno ancora animando quegli spettacoli.”
Ed era vero: le feste al mio borgo resteranno sempre segnate da quel burattinaio e dai suoi burattini.
E nella stessa maniera, lady Gonzaga, ai miei occhi, Camelot sarà sempre scandita dai vostri versi.
Voi, come quel burattinaio, per qualche giorno ci avevate lasciato orfani delle vostre poesie, ma fortunatamente vi abbiamo ritrovata.
Sono lieto di rileggervi di nuovo