Signora Argante,di voi ho letto che il vostro volto è trasparente e palese,che è più facile riconoscervi nelle sembianze che penetrarvi nel cuore,che siete un libro aperto e ricco di sorprese per chi vi si accosta,ed io nutro profondo rispetto per tutto ciò che siete e vi mostrate,ma sento che voi non siete Euridice,sebbene narriate di ella come la conosceste intimamente.
Sento,invece,che vi appartiene la celestiale effige di Beatrice,musa e ricompensa,vita e paradiso insieme di un uomo che sa coglierla.
Raramente credo di aver sentito dei versi intimamente miei come questi vostri,milady,(a dire il vero mi accade con un poeta solo,e con due dei suoi scritti in particolare,che mai hanno tradito il mio intimo pensiero e,altrove,ne ho fatto menzione).
Il cammino di Euridice..
Il gelo che avvolge quando le tenebre della notte mostrano gli antri degli Inferi.
E lasciarsi attraversare senza sentire la carne tremula di emozioni.
E soffocare la voce che si perde nel buio immenso e nel vuoto sconfinato,esaurendosi nell'ultima nota come un gemito di creatura morente partorita da un ventre di donna spenta,inerme,vuota di pene e di dolore,e con lo sguardo riverso.
Euridice!Euridice!
L'ho invidiata,sapete?
Me,perdutamente dannata,ho maledetto mentre mi ritraevo sui miei stessi passi verso quegli Inferi gelidi che mi trattenevano con la morsa delle sue anime in perdizione.E sui miei piedi irrigiditi non ho ceduto alla tentazione di scappare verso la luce.
"Lasciami!"Mentre la dea non recideva il capello che ancora l'anima al corpo.Ma l'urlo si smorza.Poichè il Sole sorge e la Notte vi cede.
Non avrei saputo metterle in versi le mie sensazioni,da voi traggo,se me lo permettete,le parole che il mio cuore ha strillato e che tutti hanno udito meno che Orfeo.
Che il mio sia un vuoto di corteccia
riarso appena dal riverbero
di un vetro rotto,
e logoro sia il giaciglio delle attese
...
Lasciami!
Che pur viene la notte e
sopraggiunge alfin
il tedio di una ferita …