Monsieur fissò con uno stupito sorriso Elisabeth.
“Madame, se non vi conoscessi almeno un po’, direi quasi che siete gelosa…” e rise di gusto “… state tranquilla, stavo solo scherzando! Un nome…” disse in un sussurro “… è davvero tanto importante un nome? Potrei chiamarmi Gaston come Jean… Pierre come Vincent… se mi chiamassi Alain o Andrè, cambierebbe forse qualcosa? Mi renderebbe migliore o peggiore? Monsieur forse vi fa dubitare di me? Un nome è dunque davvero così importante, madame?”
Il vento.
Compagno fedele di queste maschere impegnate in questo grande dramma.
Sorridere, piangere, odiare, amare, lottare e pregare.
La vita cos’è se non un grande copione dal quale apprendiamo di noi stessi?
E l’Autore di quel copione non era ancora pago.
Il sipario era ancora alto e la scena ancora viva di emozioni, sensazioni e passioni.
“Io un uomo di chiesa?” Continuò Monsieur. “E chi può dirlo… ditemi, vi sembro un prete? Anzi, ora sono curioso… cosa sono secondo voi, madame? Ditelo pure sinceramente… ho imparato a sorridere delle molteplici opinioni che animano questo nostro vecchio mondo… tutti i grandi ne hanno una... sovrani, duchi, conti, vescovi, abati. Di opinioni intendo. E con l’avvento dei Ginestrini, tutti ora hanno l’illusione di possederne una… e la vostra opinione su di me?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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