Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 20-10-2011, 00.32.34   #729
Chantal
Cittadino di Camelot
 
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Chantal sarà presto famosoChantal sarà presto famoso
A quelle parole,pronunciate con ostentato tono autoritario da parte del procuratore,Chantal si voltò di scatto per ritrovarselo di fronte,con occhi severi a scrutarla.Lo lasciò fare,tacendo per alcuni istanti.Il suo sangue fremeva facendole percepire il volto avvampato,e dopo aver indugiato nella staticità per alcuni attimi ancora,mosse le braccia e si portò le mani alla nuca,prendendo a snodare il nastro che le raccoglieva i capelli liberandoli,improvvisamente,in una cascata morbida,lievemente ondulata,che s'andava accostandosi al viso scarno ed al collo sottile,e si portava a scivolare dalle spalle avviluppate nella bianchissima chemise che indossava.
In quel suo gesto inatteso,quasi esauritosi nell'incoecibilità,non staccò mai il suo sguardo dal procuratore,poichè egli intendesse che ella non avrebbe ceduto,sebbene l'autorevole posizione dell'interlocutore,a battersi per la sua causa.
Poi,con tono fermo e deciso,gli occhi ancora immobili,il volto disteso in ogni suo lineamento,Chantal rispose all'uomo che,visibilmente sorpreso e insolitamente perplesso,non s'era mosso da dove ella l'aveva trovato nel voltarsi:"Porgetemi il vostro pugnale,di grazia",tendendo la mano verso il procuratore.
Vide l'uomo sgranare gli occhi senza rispondere nè staccare lo sguardo da lei.
La ragazza,allora,incalzò:"Procedete,signore.Il vostro pugnale."
Ancora una volta le sembrava di scorgere immobilità e perplessità di quell'uomo.Ma forse era il suo stato d'animo a distorcere la visione del vero.
Allora Chantal prese a raccogliere i setosi capelli portandoli tutti su una sola spalla.Muoveva le sue mani in quella tenera e fluida massa con inusuale disinvoltura,date le circostanze,facendola fluire con le dita lievemente divaricate accompagnando piccole ciocche in avanti che finivano con l'accarezzarle tutta una metà del volto.Si muoveva quasi come a voler avvolgere e sfiorare in un gesto intimo quella sua ricchezza come accarezzasse le corde del suo strumento.
E qui,chinando lo sguardo,percepì l'amarezza del ricordo di quelle serene serata,quando i riflessi crepuscolari si affacciavano come ambrati e muschiati filamenti di cielo alla grande vetrata della sala a lambire i ricordi e gli animi,trascorse a suonare per suo zio.
Distolse,poi,i suoi occhi perduti in quell'immagine che era insorta tra i suoi pensieri per riportarli in quelli del procuratore,stavolta il viso della ragazza appariva particolarmente intriso di femminilità e fragilità,di un chiarore d'alabastro,favorito dal contrasto creatosi con quel manto ontano accostato al viso ad assecondarne le linee.
Così,riprese quanto aveva incipiato:"Il vostro ruolo,signore,esige il mio rispetto per voi,poichè vi eleggete a garante delle leggi del paese le quali,nel bene o nel male,è giusto che vadano osservate ed applicate affinchè esse istituiscano ordine ed istruiscano al rispetto,ma io non ho varcato la soglia di questo palazzo per rivolgermi all'autorità che rappresenta la vostra persona,quanto all'uomo e ai suoi valori.Ebbene,onorato procuratore,non intendo interferire col vostro operato quanto vi domando di rivedere le vostre posizioni in merito all'arresto di mio zio.Padre Adam è,come voi,garante della morale e dell'amore verso la famiglia,ma,a differenza di voi,la sua famiglia è allargata a miseri sfortunati e onesti cristiani che osservano i sacramenti di Nostro Signore.Qualora lo desideriate,potrete raccogliere centinaia di testimonianze a suo favore che dimostrino la sua estraneità a fatti di corruzione e di induzione alle superstizioni che inquinano e minacciano,mio malgrado,e come voi stesso affermate,l'ordine clericale."
Prese un forte respiro e concluse:"Vi darò dimostranza della sua innocenza pagando un prezzo,io per lui.Mi priverò dell'unica virtù che posseggo,la mia preziosa chioma,recidendola da me stessa e abbandonandola al vostro cospetto".
Ed ancora una volta tese la mano,quasi sollevandola all'altezza del cuore dell'uomo,in attesa del fendente col quale espletare il suo sacrificio.
Erano parole ed intenzioni di una ragazza in preda alla disperazione,e desiderosa di giustizia e rispetto per la vita di un uomo a lei caro consacrato a Dio ed agli uomini.Ma non possedeva mezzi,nè era nelle sue facoltà di potersi affidare all'intercessione di alcuno,poichè in quel momento,ad Animos,ovvero in quella oramai riconosciuta come nuova Repubblica di Magnus,tutti erano contro tutti,pur di preservare i propri possedimenti ed anche la ben più cara vita.
Sperava,in quel modo,di sortire una qualunque reazione che smuovesse la coscienza di un uomo che lei riusciva a vedere non diverso dai suoi simili,sebbene rivestisse una delle più alte cariche del paese.
Si ricorda che correva l'anno del Signore 1471,a quel tempo le donne usavano portare i capelli molto lunghi,poichè ritenuti ricchezza ed elemento fondamentale di bellezza e completezza per una dama,e il trattamento del reciderli era riservato,in segno di umiliazione e punizione,alle schiave,alle adultere o a qualunque donna avesse trasgredito la morale della famiglia o di un vincolo sacro.
Ma anche alle suore era imposto il tagliare i capelli,in quanto,prendendo i voti,avrebbero voluto,così,dimostrare di abbandonare ogni desiderio di voluttuosa vanità,e raramente,ricorrevano a questa pratica donne a lutto che,sulla tomba di un parente prossimo,sacrificavano ciò che avevano di più caro pur d'esprimere il loro dolore.
Chantal sapeva cosa avrebbe significato privarsi di quell'elemento di femminilità tanto pregiato,ma non le interessava che potesse essere "etichettata" come una volgare donnuccia punita ed umiliata per chissà quali colpe.Sperava solo di poter dimostrare ch'era determinata nelle sue intenzioni e,magari,indurre a credere alla veridicità delle sue parole.
Si sentiva stringersi il cuore nella morsa del terrore al solo pensiero che suo zio potesse venir giustiziato ingiustamente.
E anche le forze,man mano che incalzavano i suoi timori,prendevano ad abbandonarla,tanto che cominciò a tremare tutta,anche la sua mano,ferma pochi istanti prima,tradì visibilmente la sua inquietudine.
I suoi occhi,inoltre,s'irrigidivano sempre più senza mai abbandonare la figura dinnanzi a lei,ansimava in petto,e corti respiri le occorrevano per rimanere ancora immobile,decisa e pienamente lucida in quella circostanza a lei tanto ostile,in attesa di quella deiscenza che avrebbe spezzato il silenzio che la turbava.

Ultima modifica di Chantal : 20-10-2011 alle ore 00.44.56.
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