Chantal inorridì a quelle parole,comprese che in quell'uomo imperversava una folle bramosia di esercitare il suo potere in modo vendicativo.
S'era illusa che fosse un giusto.
S'era illusa che fosse un uomo comprensivo e caritatevole.
Ma lei,lei sapeva quanto fossere mendaci quelle affermazioni,eppure si contenne dall'esprimergli tutto il suo sdegno.
Soffocò la sua collera,del resto,a cosa le sarebbe valsa di fronte a quell'irragionevole abuso di esercizio di condanna in nome della giustizia.
"Il martirio..non sapete di cosa parlate.."Gli palesò.
"Io non sarò certo una martire in questa folle sete di sangue sulle quali si ergono le fondamenta della Repubblica".Non potè fare a meno di esprimersi,e aggiunse:"No,martire non di certo,non io.Ma figlia e nipote,donna e cristiana,non vi resta che procedere al mio arresto,poichè io ammetto,dichiaro e ribadisco di venerare la Croce.E seguirò mio zio nella sua stessa sorte,poichè se egli è colpevole di carità e fratellanza,tale sono io,da lui allevata secondo gli insegnamenti religiosi impartitimi".
Stringeva in una mano il nastro,ed anche l'altra la strinse in un pugno,eppure,non si mosse di un solo passo mentre con gli occhi seguiva i movimenti convulsi di quell'uomo che le appariva privo di ragione.
Quei momenti sembravano interminabili,quante cose avrebbe voluto gridare in faccia a quell'uomo che ora per lei rappresentava una minaccia simile a Satana,ma lo avrebbero,forse,scalfito,le sue disprezzanti parole?
E,lasciare quel luogo,salvare se stessa e abbandonare suo zio,come l'avrebbe fatta sentire e vivere?
Eppure,neppure per queste impressioni vi fu tempo,nè circostanza,tutto ciò che vedeva era sangue,sangue fluire ed allargarsi fino a corromperla,e udiva grida infernali che si levavano dalla sua immaginazione come a rapirla.
Attese,dunque,nello squallore della sonorità di quella risata,che fosse condotta in arresto.
Poichè non vi era pietà alcuna in quell'uomo.
E Chantal lo riconosceva.
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