Citazione:
Originalmente inviato da Talia
"Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore, come la neve, non fa rumore."
Ci sono versi che un giorno ti prendono e sembra non ti vogliano lasciare. Oggi questo è il mio.
Un po' malinconica, dunque (e chissà... magari è davvero soltanto il tempo che è cambiato. O chissà, forse...), Talia vi lascia un caro saluto e si congeda.

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Vorrei farvi sorridere, milady.
Vorrei poter spazzar via la vostra tristezza e la vostra malinconia.
Vorrei disegnare un tempo nuovo, ricamato di versi gioiosi e spensierati, per poi legarli alle vostre emozioni.
Ma forse non ho questo potere.
Forse posso solo raccontarvi una storia...
Quel giorno, non ricordo perché, ma saltammo la scuola.
Forse a causa di quella partita di pallone.
Era importante, questo lo ricordo benissimo.
Il vincitore fra noi avrebbe poi potuto usare il campetto dietro la chiesetta.
Noi volevamo vincere perché quello era il nostro campetto.
Mi aspettavano tutti in quel pomeriggio d’inizio Autunno.
L’aria era cambiata e la malinconia dei giorni di scuola ormai iniziati si faceva sentire.
Io camminavo giocando col mio yo-yo colorato.
Salendo e scendendo la lucina al centro si illuminava.
Decisi di tagliare il parco per arrivare prima al campetto.
E fu lì che la vidi.
Stava seduta su una panchina, con le ginocchia incrociate.
Era avvolta nel suo piumino e si stringeva dentro il colletto impellicciato.
Aveva la testa china e lo sguardo triste.
“Non immaginavo facesse così freddo…” mormorai fissando il cielo, ma con il chiaro intento di farmi sentire.
Lei mi ignorò.
“Fortuna che non siamo come le lucertole...” continuai “… con il sangue freddo...”
Lei mi lanciò solo una fugace occhiata, per poi tornare a perdersi nei suoi pensieri.
Allora cominciai a giocare col mio yo-yo.
Ero abile come nessun altro nel farlo.
Lo lanciavo su e giù, poi all’indietro, facendomelo passare sulla testa e sotto una gamba.
Lei continuava a fissare il vuoto.
Continuai a far bella mostra della mia destrezza, cominciando pure a fischiettare un motivetto.
“Non ci riuscirà! Non ci riuscirà!” Cominciai a dire, mentre il mio fedele yo-yo roteava a folle velocità attorno alla mia testa. “E’ incredibile, resiste!” Lanciandolo in ogni direzione, quasi come se fosse il vento a muoverlo. “E’ impazzito! Vuol tentare un numero mai riuscito a nessuno altro!” Simulando anche il vocio di un immaginario pubblico che mi seguiva col cuore in gola. “E’ incredibile! Signori, ci è riuscito! E’ il primo uomo del mondo!” Chinandomi io a quell’immaginaria platea in delirio per me.
“Ma che scemo che sei!” Esclamò finalmente lei. “E questo cosa dovrebbe significare?”
“Beh, almeno hai sorriso!”
“Era così importante per te che sorridessi?”
“Certo.” Continuando a giocare col mio yo-yo.
“E perché mai?” Chiese lei. “Neanche mi conosci.”
“Però conosco gli effetti del tuo sorriso.” Sempre alle prese col mio yo-yo.
“E quali sarebbero?”
“Curiosa, eh!” Ridendo io.
“Forse.”
“Beh… io credo che il tuo sorriso sia capace di fermare il mondo, annullando tutte le altre cose.”
“Che sciocchezza…” scuotendo il capo lei.
“Prova…”
Lei, dopo un attimo di titubanza, accennò un sorriso.
“Immagino che tu abbia qualcosa da fare, no?”
“Io?” Smettendo di giocare col mio yo-yo. “Veramente non ricordo... ecco, ti avevo detto degli effetti del tuo sorriso… ora non ricordo più dove ero diretto...”
Lei sorrise di nuovo.
“Beh, almeno ci vieni a prendere una Coca Cola con me? Del resto è colpa tua se ora non so più cosa fare!”
“No, meglio una Pepsi!” Ridendo lei.
E passammo il resto di quel pomeriggio insieme.
Verso sera ci salutammo ed io mi incamminai in direzione di casa.
Per strada incontrai però i miei amici di ritorno dalla partita.
Avevamo perso la partita e quindi anche il diritto di usare il campo.
Quando fui a pochi passi da casa, qualcuno mi chiamò.
“Allora ci credi davvero alle sciocchezze che dici!” Era lei che mi aveva seguito. “Avevi una partita importante e l’hai persa per far sorridere una ragazza che neanche conosci!”
“Questo lo dici tu...” risposi.
“Grazie per aver fermato il tuo mondo per me oggi...” disse lei.
“Grazie a te per averlo illuminato col tuo sorriso...”
Lei si avvicinò e mi lasciò un bellissimo bacio.
“Sai che sei bravo con quel yo-yo?” Voltandosi lei mentre andava via. “Forse un giorno ti chiederò di insegnarmi qualche trucco...” e prima di andare mi sorrise di nuovo.
