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Vecchio 27-10-2011, 03.27.24   #50
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Perdonatemi, messere, ma non sono d’accordo con voi in questo caso.
Io credo che l’amore tra Tristano e Isotta sia forte ed assoluto proprio come quello tra Lancillotto e Ginevra.
Sono poi i personaggi, con le loro caratteristiche, che rendono le due storie differenti.
Il filtro d’amore che scatena la passione tra i due amanti di Cornovaglia non è una limitazione o un artificio, ma, al contrario, ne rappresenta il valore e la più intima essenza.
L’Amor Cortese, e quindi i suoi romanzi, è caratterizzato da un continuo fondersi e confondersi di temi e valori ora terreni, ora spirituali.
Le personificazioni dei sentimenti (messer Amore, madonna Amicizia, ecc…) è una chiara testimonianza di tutto questo.
Sono aspetti che hanno le loro origini nel Cristianesimo Celtico e in una visione “paganeggiante” dei valori della nostra Fede.
Una visione che può essere compresa solo interpretando i segni e i simboli di questa concezione che non è soltanto letteraria, ma anche sociale e religiosa.
Il filtro che dona l’amore eterno a Tristano e Isotta è uno di questi segni e di questi simboli.
Proprio come lo è la Carretta di Lancillotto, la sfida al Cavaliere Verde di Gawain, La Gioia della Corte di Erec e la Grotta in cui si rifuggivano gli stessi Tristano e Isotta.
Il filtro rappresenta le frecce d’oro di Amore, per dirla con una metafora classicheggiante.
Quel filtro è il dono di messer Amore, la sua benedizione, la sua promessa di felicità eterna.
Come la Carretta di Lancillotto, quel filtro rappresenta l’intervento di Amore che travolge ogni convenzione sociale, ogni limite della società che ci circonda ed ogni debolezza umana.
Amore arriva e distrugge, per poi costruire qualcosa di nuovo, destinato a durare in eterno.
Queste sono le meraviglie dell’Amor Cortese, dei suoi eroi e delle sue eroine, superbamente narrate dagli indimenticabili romanzi di Chretien de Troyes, Goffredo di Strasburgo e Wolfram von Eschenbach.
Ricordo che nell’antologia di brani letterari delle superiori mi colpiva sempre il modo con cui venivano indicati Tristano e Isotta: “i due sfortunati amanti di Cornovaglia”.
E questo mi faceva sorridere; tra me e me pensavo, infatti, che pochi a questo mondo potevano invece definirsi così fortunati.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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