All'udire le parole di lady Chantal, la sua modesta ritrosia, la sua raffinata dignità, e la sua ammirevole devozione, il Cavaliere ha un sussulto di tenerezza. Riceve con delicatezza lo scialle dalle mani della giovane donna, e con un sorriso soave e rasserenato si rivolge a lei.
LANCELOT:
Offendermi, dite, mia signora? Il sole non tramonterà e le stelle smetteranno di brillare quando un Cavaliere potrà restare offeso da una simile testimonianza di dignità, di amore, di devozione e di virtù quale voi mi avete appena dato. Che errore madornale destinare gli ideali della Cavalleria esclusivamente agli uomini, voi ne siete ben più degna di molti che io abbia mai conosciuto.
Voi oggi, mia diletta amica, mi avete fatto dono del più grande dei regali: la Grazia, che vi è innata, e che per natura indossate come la più infallibile delle armature. Fortunato è colui che si fregia del vostro Amore, le mie preghiere saranno rivolte a Dio affinché egli mostri quanto prima al vostro Cavaliere quali siano le vostre infinite virtù, così come io oggi le ho conosciute.
Prendo questo mio scialle, toccato da tanta nobiltà, affinché mi sia compagno nell'onore e nel rispetto, prodigioso talismano bagnato dalla vostra grazia. Vi auguro ogni bene, mia signora. Sempre servo vostro.
Con un riverente inchino, procede di qualche passo indietro, indi volta le spalle alla sala e si diparte.