Cittadino di Camelot
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Io e Renart salutammo gli altri e ci incamminammo verso il centro della città. Passeggiavo in compagnia del soldato, ma la mia mente era lontana da lì... la mia mente volava tra Colaubain e quella umida e buia catacomba a Cardien, tra le immagini del passato e quelle del presente... tutto mi pareva sospeso in una duplice dimensione, entro la quale era però difficile distinguere i contorni esatti... Ginestrini e Pomerini, Francia e Inghilterra, giustizia e vendetta, odio e amore...
D’un tratto la voce di Renart interruppe il filo dei miei pensieri...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Sei pensierosa…” mormorò il bel soldato “… cos’hai? Ah, certo… sei preoccupata per lo spettacolo… sta tranquilla, alla fine la gente è sempre la stessa… indipendentemente dal posto in cui vive. Ci applaudiranno anche qui, come hanno fatto altrove.”
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Mi voltai a guardarlo e non potei trattenere un sorriso... Renart... per lui le cose avevano un unico valore ed un unico significato, per lui tutto ciò che aveva valore e importanza era chiuso dentro il carrozzone di Essien. Il resto non lo interessava, probabilmente nella sua testa ‘il resto’ non esisteva neanche.
Tuttavia quel sorriso mi morì sulle labbra un istante dopo, non appena lui pronunciò quelle parole...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Sai, ci ho pensato a lungo…” disse alla ragazza “… voglio sposarti. Si, è questo che voglio. E voglio farlo qui, ad Ostyen. Magari subito dopo il primo spettacolo.”
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Di colpo il mio cuore divenne insostenibilmente pesante, strinsi i denti e per qualche istante lo fissai con sguardo dolente...
Renart!
Gli volevo bene, dopotutto!
Gli volevo bene perché, nonostante tutto, Renart era uno spirito semplice... era una di quelle anime cui basta poco per esser soddisfatte, un’anima che non si interessa di niente altro che del proprio orticello e su quello costruisce tutta la sua esistenza, nel bene e nel male, nella prosperità e nella miseria... E forse, chissà, era davvero quella la ricetta della felicità! Forse era quella la scelta giusta in quei tempi difficili... il guaio era che io non avevo la possibilità di scegliere... io, volente o nolente, ero stata scelta da una sorte avversa tanti e tanti anni prima.
Inspirai profondamente, infine, e mi sforzai di tornare a sorridere tristemente...
“Renart...” mormorai, sollevando una mano a carezzargli la guancia “Oh, mio buon Renart... perché? Perché vuoi fare questo a te stesso? Eppure un po’ mi conosci e sai bene che tu meriti qualcosa di meglio. Sai come sono fatta... sai che sono inquieta, difficile... sai che non sarei mai una buona moglie, non sarei mai capace di essere la moglie che tu desideri... finirei con il farti male, Renart... finiremmo per farci del male entrambi!”
Mi protesi e gli poggiai un leggero bacio sulla guancia... era il primo vero bacio che gli avessi mai dato...
“Quelle come me non sono fatte per diventare mogli... lo hai detto tu stesso una volta, ricordi? Ed avevi ragione! Quelle come me hanno troppi fantasmi dentro l’anima, troppe ferite, troppo dolore con cui convivere...”
All’improvviso, però un gruppo di giovani irruppe tra noi e mi interruppe.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Avanti, Amelie!” Gridò uno dei suoi compagni. “Recitaci qualche verso!”
Lei si voltò e li fissò divertita.
Annuì e cominciò a recitare:
“Chi mai sarà? E da dove mai verrà?
E Magnus, tutta inquieta, dov’è non sa!
La repubblica lo cerca e non si arrende
e catturerà quel dannato Giglio Verde!”
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Il Giglio Verde... anche ad Ostyen si parlava di quel Giglio Verde...
Doveva dare davvero un bel daffare alla Repubblica per esser così, sulla bocca di tutti...
Li fissai per un momento, vagamente incuriosita... ma subito distolsi lo sguardo: avevo già troppi pensieri e troppe ombre che mi inseguivano per potermi curare anche di quel fantomatico Giglio Verde.
Voltai quindi le spalle a quel gruppo di giovani e tornai a guardare Renart...
“Perdonami!” mormorai, osservandolo “Perdonami, ti prego... ma non posso! E’ meglio così, credimi... è meglio per tutti!”
Poi, prima che il soldato potesse avere il tempo di ribattere, mi allontanai e un attimo dopo ero già scomparsa tra la folla.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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