Gli occhi di Elisabeth erano in quelli di Emile.
La voce di lei sembrava voler schiaffeggiare il volto di lui, tanto era l’impeto con cui la donna parlava.
“Si, capisco perfettamente…” mormorò lui sorridendo “… eh, già… mai preso ordini da nessuno, immagino…” restò a fissarla ancora per qualche istante.
Poi, d’un tratto, prese in braccio la donna, portandosela poi sulle spalle e la sculacciò.
“Ecco, c’è sempre una prima volta per tutto!” Disse, per poi far cadere Elisabeth sul letto.
Prese allora la sua cintura e legò le mani di lei alla spalliera del letto.
“Vi consiglio di non dimenarvi troppo, madame.” Fissandola. “Vedete, sono bravo a fare nodi e non riuscirete di certo a liberarvi. Ora resterete qui buona buona, aspettando il ritorno del vostro amato maritino.”
Si diresse poi verso la porta e prima di uscire aggiunse:
“Ah, siete più bella quando vi arrabbiate, madame. Mi sa che vi farò arrabbiare più spesso. E mi raccomando, non struggetevi troppo per la mia assenza…perché, cara mogliettina, tornerò molto presto.” Le fece l’occhiolino ed uscì.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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