Le strade di Ostyen.
Alcune ombre le percorrevano, sperando di confondersi con le tenebre che si erano impossessate di quella città.
Tenebre ben più profonde di quelle della notte.
I soldati erano ovunque.
“Il permesso…” disse il tenente
“Eccolo, signore…”
“Mmm…” leggendo il militare repubblicano “… dunque venite dalla Linguadoca… e siete un poeta… vero?”
“Si, signore.” Rispose il giovane.
“Hai sentito, Gavron?” Voltandosi il tenente verso uno dei soldati che erano con lui al posto di blocco.
“Si, tenente.”
“Gavron, guarda caso, è proprio originario della Linguadoca…” disse il tenente al poeta “… e magari gradirà di ascoltare qualche poesia nel suo dialetto… avanti, recitaci qualcosa…”
In quel momento gli occhi azzurri del poeta fissarono i soldati che, avvicinandosi, cominciarono a circondarlo.
“Allora, signor poeta…” ridendo il tenente “… stiamo aspettando…”
“Mi occorre solo una pena, signore…” sorridendo il poeta “… perché, sapete, la penna è talvolta più potente di una spada…”
E con rapido gesto sfilò la spada di uno dei soldati e cominciò a duellare contro gli altri, che un attimo dopo, gli si erano lanciati tutti addosso.
“Catturatelo!” Gridò il tenente.
Il poeta allora, visto il numero troppo alto di soldati, si lanciò nella strada, cercando di mischiarsi alla folla impaurita.
“Inseguitelo!” Ordinò il tenente.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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