Cittadino di Camelot
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Ricordo che da piccola, quando avevo appena pochi anni, mi capitava spesso di avere degli incubi.
“Ah!”
Quella volta mi svegliai nel cuore della notte, di soprassalto, gridando...
Passò qualche minuto... terribili attimi nei quali fluttuai in quel buio pesto, con il cuore che batteva forte per la paura, senza sapere dove fossi, senza sapere cosa c’era di vero in quel che avevo appena visto...
Poi, finalmente, una luce apparve vicino a me... una luce aranciata, calda e rassicurante... e alla luce tremolante di quella candela vidi un volto...
“Talia... Talia, che cosa succede?”
Guardai quel viso e calde lacrime iniziarono a rigarmi le guancie... faticavo a spiegare ciò che avevo visto e la paura che avevo provato...
“C’era un uomo cattivo...” iniziai a dire, singhiozzando “Lui arrivava qui e distruggeva tutto. Distruggeva Colaubain, bruciava il monastero e l’Istituto... e noi...”
“Sssshhh...” mormorò suor Amélie a quel punto.
Si sedette sul bordo del mio letto, appoggiò la candela e mi abbracciò teneramente.
“Calmati, Talia... calmati. E’ stato solo un brutto sogno!”
Io continuavo a singhiozzare forte, tanto forte che quasi mi mancava l’aria... avrei voluto spiegarle che non era stato un sogno come un altro, avrei voluto spiegarle quanto vero mi era sembrato quel sogno e il terrore che quell’incubo aveva insinuato nel mio cuore... e tuttavia non ci riuscii. Al contrario, più suor Amélie mi stringeva tra le braccia e più quell’indistinto senso di panico si allontanava...
“Va tutto bene...” mi disse dopo un momento, tornando a guardarmi “E’ stato solo un incubo... ma sei al sicuro, qui! Non accadrà niente, sta’ tranquilla...”
I suoi occhi si fecero più dolci del solito in quel momento, mi accarezzò piano i capelli, poi soggiunse: “E qualsiasi cosa accadrà, io ci sarò sempre! Ricordatelo, Talia... io ci sarò sempre!”
Quel ricordo scivolò via dalla mia mente in un attimo, ma le parole di Soeur Amélie continuarono ad echeggiare tra i miei pensieri...
Io ci sarò sempre...
Sempre...
E un cocente senso di disagio mi pervase di nuovo, perché la verità era che io invece non c’ero stata... io ero venuta meno a quella sorta di tacito patto, e proprio nel momento del bisogno... io, nel momento più buio e terribile, mi ero trovata lontana. Io non c’ero stata. Io ero tornata troppo tardi!
Fissai con disprezzo Tafferuille balzare sul carrozzone...
Ero arrabbiata. Ero arrabbiata con lui, ma più ancora ero arrabbiata con me stessa... io che avevo lasciato penetrare in me le sue parole... io che avevo lasciato che la collera prendesse il sopravvento e lacerasse, seppur per un momento, quella inossidabile maschera che con tanta cura e con determinazione mi ero costruita...
Per un attimo quelle sue parole provocatorie e cocenti fecero vibrare ogni singola corda in me... per un istante una velenosa risposta mi bruciò sulle labbra... ma fu solo per un attimo, poi di nuovo il volto dolce di suor Amélie fluttuò verso di me...
Sempre...
E tacqui!
No, non glielo avrei permesso. Non avrei permesso né a Tafferuille né a nessun altro di rovinare tutto. Il mio piano, il mio meraviglioso piano di... da qualche parte nella mia mente risuonò la parola ‘vendetta’, ma la zittii immediatamente... il mio meraviglioso piano ‘di giustizia’ -mi ingiunsi di pensare- stava procedendo a gonfie vele... Tafferuille non me lo avrebbe rovinato, nessuno lo avrebbe fatto!
Inspirai e, sfoderando il più gentile dei sorrisi, mi voltai verso gli altri...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Non badarci, Talia…” mormorò Fantine “… ignoralo.”
Anche Tissier annuì alle parole della donna.
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“Oh, non preoccuparti, Fantine...” dissi, sforzandomi di modulare la voce in un tono leggero e sorridente “Il nostro buon Essien, qui, non fa che ripeterci quanto le critiche siano più costruttive e utili dei complimenti... e io non sono certo tanto presuntuosa da credere che quei saggi precetti non valgano anche per me!”
Risi appena, come se trovassi ciò deliziosamente divertente... quindi lasciai che Tissier mi aiutasse a salire sul carro e soggiunsi, più piano come se mi rivolgessi agli altri ma in tono perfettamente udibile anche da dove si trovava l’uomo mascherato: “E comunque... può dire quello che vuole di me, ma lui è e resterà un attore da quattro soldi che non ha neanche il coraggio di mostrare la faccia!”
Il viaggio verso il teatro fu breve... o forse parve breve a me, che avevo la mente totalmente da un’altra parte...
Poi finalmente lo spettacolo!
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
La scena fu aperta da Arlecchino che descrive il folle amore del suo padrone per la bella Colombina.
“E chi è il tuo padrone?” Chiese Ragonda.
“E’ il migliore spadaccino di Francia.” Rispose Arlecchino. “Ma è sfortunato… come Lancillotto, infatti, è il migliore con la spada, ma soffre per amore… Colombina non lo ama… ama il bel Renart, soldato di ventura…”
“E chi sarebbe il tuo padrone?”
“Monsieur Tafferuille!”
“Talia, tocca a te!” Disse Essien alla bella Colombina.
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Entrai in scena a passo lento, le mani intrecciate dietro la schiena e lo sguardo sognante rivolto poco al di sopra delle teste degli spettatori...
Gli spettatori... per un attimo mi mancò il fiato a vedere la platea piena e il luccicare di tutti quegli occhi puntati su di me... una platea vera, un teatro vero... per un attimo il mio sguardo corse tra quei visi, poi salì più in alto verso i palchi... per un attimo.
Sospirai, come se ogni mia gioia fosse negli occhi di qualcuno che non era lì...
“Oh, Renart...” mormorai allora, in un languido sussurro perfettamente udibile anche dalle ultime file “Oh, Renat, che ingrata vita è questa... tu, mio adorato, costretto a partire con la tua compagnia di ventura... ed io? Che cosa ne sarà di me, costretta a starti lontana? Cosa ne sarà di me, quando non potrò vedere il tuo caro volto, quando non potrò udire la tua voce...” ancora un sospiro “Oh, Renart... Renart... non lo sapevo, io, prima di incontrare te, che si può vivere anche a due dita da terra... non lo sapevo. Ed ora, ora che lo so, ora che mi sono sufficienti i tuoi occhi per sognare e la tua sola presenza per esser felice, ora tu parti, vita mia... Che cosa ne sarà di me? Da che cosa, domani, potrà trarre vita il mio povero cuore?”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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