“Ehi, dove andate?” Fece Emile. “Non potete lasciarmi questa bambina così!”
Ma Elisabeth era praticamente già al ruscello.
“Ah, donne!” Esclamò, cullando goffamente la bambina. “Questo mondo sarebbe più quadrato e logico se non ci fossero loro! Speriamo solo che faccia in fretta!”
Emile, allora, si sedette su alcune pelli accanto al fuoco e cominciò a sussurrare qualcosa alla piccola.
“Su, dormi…” stringendola, non senza qualche timore, fra le braccia “… dormi che ti racconterò una favola… in verità non è una favola, ma ti assicuro che non ti annoierai…” la fissò e sorrise “… conosco un’isola, sai… è sperduta fra la Grecia e l’Oriente… le case sono tutte bianchissime, mentre il cielo ed il mare hanno il medesimo colore, finendo così per confondersi l’uno nell’altro… l’aria laggiù non è mai troppo calda, essendo quell’isola molto ventilata… beh, quando questa storia sarà finita, piccola mia, io ritornerò su quell’isola e mi costruirò una bella casetta bianca, dove trascorrerò il resto della mia vita in pace e senza alcuna preoccupazione… ora dormi, piccola… dormi e sognerai di quell’isola…”
Maria, qualche istante dopo, si addormentò.
Emile la fissò, per poi baciarla teneramente sulla fronte.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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