25-11-2011, 13.00.21
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#1303
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Cittadino di Camelot
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Parlava... difficile sarebbe descrivere l’effetto che quella voce calda e profonda aveva su di me... mi perdevo in quella voce quasi fosse una melodia, perdevo la cognizione del tempo e dello spazio, perdevo il senso di ciò che era reale, perdevo la dimensione di quella folle situazione...
Parlava... non aveva mostrato la pur minima inflessione fino a quel momento, quasi non ne avesse, quasi -mi sorpresi a pensare- avesse imparato quella lingua a tavolino... e fu per questo che quella piccola, momentanea incertezza che tradì un accento chiaramente inglese mi sorprese...
Rimasi immobile per qualche momento quando la sua voce si spense, le sue mani sfioravano le mie spalle ma con tanta delicatezza che avvertivo appena quel tocco.
Mi voltai, infine, e tornai a fronteggiarlo, fissandolo con sguardo serio...
“Finzione e realtà...” mormorai “Quanto è labile il confine tra l’una e l’altra, non è vero?”
Con delicatezza presi la ninea margherita che aveva fatto comparire con quel piccolo gioco di prestigio e la osservai per qualche istante...
“Sapete... Tafferuille, che voi avete con tanto ardore impersonato, sostiene che niente è reale per un attore tranne ciò che avviene sul palcoscenico... un attore vive sulla scena e nella scena, non esiste fuori da essa...”
Sollevai gli occhi su di lui e finalmente sorrisi...
“Ciascuna delle possibilità che avete elencato, circa la vostra presenza qui, è affascinante, sapete?” soggiunsi “Ciascuna potrebbe essere un ottimo spunto per un copione... Non vi chiederò quale sarebbe il giusto finale per quei copioni, e non mi chiederò neanche quale di essi si addice maggiormente ad un uomo inglese che si trova a visitare la Francia di questi tempi...” il mio sorriso si allargò impercettibilmente a quell’affermazione “Mi limiterò a constatare, monsieur, che probabilmente sareste stato anche voi tagliato per fare l’attore. Non trovate?”
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Un attimo dopo, all’improvviso, si udirono dei passi provenire dalle scale che davano al teatro.
Qualcuno stava scendendo in quel magazzino.
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Quell’improvviso, rapido rumore di passi sulle scale mi interruppe. Mi voltai di scatto da quella parte, il sorriso era sparito dalle mie labbra...
“Tuttavia, qualsiasi sia il vostro ruolo in questa commedia...” sussurrai, tornando a guardarlo “Verrà presto cancellato se vi trovano qui!”
Vi era un carrello, proprio lì dietro, confuso nell’ombra e completamente ingombro di costumi e maschere ed ogni sorta di belletto... lo indicai al misterioso uomo, facendogli silenziosamente segno di nascondersi lì dietro... poi inspirai profondamente e tornai a guardare verso la scala, ai piedi della quale era appena giunta una figura.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
Ultima modifica di Talia : 25-11-2011 alle ore 14.28.38.
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