“Mi importa invece!” Disse Renart fissando Talia negli occhi. “Mi importa se riguarda te! E non mi va che quel pagliaccio ti baci in scena… soprattutto quando non è il copione a richiederlo!”
Lei tentò di liberarsi da quella presa, ma Renart, afferrandola per le braccia, la spinse su un baule ricolmo di costumi.
“Non mi piace il modo in cui ti rivolgi a me…” con rabbia “… forse ti sei montata un po’ troppo la testa… credi davvero di essere una gran diva… ma non sei niente… e anzi… dovresti essere lusingata che uno come me mostri interesse verso di te… ma ora ti darò una lezione… una lezione che credo ti piacerà non poco…”
Tentò allora di strapparle i vestiti e di baciarla.
“Toglile le mani di dosso, o giuro davanti a tutti i Santi del Paradiso che ti spacco la testa!” All’improvviso una voce alle loro spalle. “Giuro che lo faccio!”
Era Essien e stringeva in mano un lungo bastone di legno.
“Cosa vuoi fare, vecchio?” Alzandosi Renart. “Credi davvero di spaventarmi?”
“Ti serve una mano, padrone?” Scendendo dalle scale Gobert.
Alle sue spalle vi era pure Tissier.
“Ah, vedo che siete venuti in tre per farvi coraggio a vicenda…” ridendo Renart.
“Prendi le tue cose e vattene…” fissandolo Essien.
“Altrimenti cosa mi fai, vecchio?”
A quelle parole anche Gobert e Tissier si mostrarono armati.
“Siete solo dei falliti!” Con rabbia Renart. “Delle patetiche caricature delle maschere che impersonate sul vostro maledetto palcoscenico!”
“Vattene, Renart.” Disse Essien.
“Si, me ne vado…” spuntando a terra Renart “… me ne vado… ma ci rivedremo…” e lasciò prima il magazzino, poi il teatro.
“Come stai, piccola?” Avvicinandosi Essien a Talia. “Ti ha fatto del male?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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