Gaynor correva tra le rocce bagnate e rese viscide dall’umidità della sera.
Aveva una gran pena nel cuore.
Una profonda inquietudine era sorta in lei.
Il mare sterminato, l’incerto profilo della scogliera, l’immutabilità di quella silenziosa notte: in quello scenario correva verso il villaggio dei pescatori.
Come un’Euridice senza il suo Orfeo, come una Medea abbandonata da Giasone, come un’Alcesti perduta negli abissi dell’Ade, così Gaynor percorreva quei luoghi.
Poi, finalmente, intravide delle deboli luci davanti a lei.
E più correva, più quelle luci si avvicinavano.
Giunse così nel villaggio dei pescatori.
Nel vederla, quei pescatori ai quali si era rivolta, restarono turbati.
Una bellissima donna, quasi nuda e con graffi su tutto il corpo, non era solita apparire durante le notti.
“Calmatevi ora, milady…” avvicinandosi a lei il più vecchio di quei pescatori e porgendole una vecchia giubba da marinaio per coprirla “… indossate questa, altrimenti rischiate di prendervi un malanno…”
“Sta attento, When…” fece un altro di quei pescatori al vecchio “… non vedi come è vestita? E poi tutti quei graffi? Io dico che è una strega! Non avvicinarti a lei!”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|