Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 05-12-2011, 19.33.18   #1436
Talia
Cittadino di Camelot
 
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
La sentinella ci bloccò e si frappose tra noi e la scala... io seguii quello scambio di battute, leggermente sconcertata dal modo in cui il tono, la voce e l’atteggiamento del mio misterioso accompagnatore erano mutati. Tutto di lui era diverso, adesso: la sua espressione annoiata non aveva niente a che spartire con lo sguardo dell’uomo che avevo conosciuto nel magazzino, così come i suoi movimenti leziosi e leggermente indolenti o quel suo atteggiamento vagamente arrogante.
Continuai a fissarlo in silenzio, combattendo contro me stessa nel tentativo di non mostrare la mia sorpresa, il mio sconcerto o tutta la confusione in cui l’inglese stava gettando la mia mente.
Anche la sentinella, tuttavia, doveva trovare il suo comportamento quantomeno curioso, a giudicare dal modo in cui lo guardava.
D’un tratto, tuttavia, si spazientì: lo afferrò malamente per un braccio e lo strattonò con forza.
“Fermo, cosa fate?” gridai.
Ma qualsiasi altra protesta mi morì in gola quando udii quella voce...

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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
“Cosa succede qui?” Scendendo dalle scale De Jeon.
Sollevai gli occhi e vidi un uomo scendere la scala e venire verso di noi. Indossava un abito ricco ma sobrio, aveva i capelli scuri e occhi nerissimi...
Lo fissai, mentre un vago senso di disagio si stava impadronendo di me...

“Philip... Philip, dove sei?”
La voce ansiosa dell’uomo ci raggiunse lì dove eravamo... io chiusi gli occhi ma continuai a tenere il volto basso, lui la ignorò.
Il silenzio era denso lì nel fienile, la luce filtrava tra le assi di legno delle pareti in fasci verticali rendendo visibili i granelli di polvere e le pagliuzze che volavano leggere tra noi.
“Sei in ritardo!” dissi all’improvviso, sollevando finalmente il mento e gettandogli in faccia uno sguardo sprezzante “Tuo padre ti sta chiamando, non lo senti?”
“Lo sento!” rispose.
“Devi andare!”
“Lo so!”
Ci osservammo ancora per un istante, ma io non mutai affatto la mia espressione fiera. Difficile sarebbe descrivere il mio stato d’animo di quel momento: Philip era stato il primo e l’unico vero amico che io avessi mai avuto... e non era stato soltanto quello. Noi due avevamo avuto quel rapporto particolare che si crea tra due persone che crescono insieme e che, giorno dopo giorno, sentono mutare i propri pensieri, i propri sentimenti...
Per questo, probabilmente, la notizia che era venuto a darmi quel giorno era stata per me tanto difficile da digerire.
Philip attese un momento, infine sorrise appena...
“Sai...” disse “Mi aspettavo un saluto diverso da te... insomma, in fondo ti ho appena detto che sto per partire, per lasciare Colaubain forse per sempre, e tu... non so... speravo in un po’ più di partecipazione, un po’ di dispiacere... in un abbraccio, magari... o magari qualche lacrima...”
Lo osservai in silenzio per qualche momento... qualcosa di pesante era sceso dentro di me e stava grattando sulla mia anima.
“Davvero?” domandai, ostentando noncuranza “E perché mai? Dopo tutto stai per andare a vivere in città, dico bene? Quel tuo ricco zio ti tratterà bene: pagherà i tuoi studi, ti rivestirà dalla testa ai piedi, ti farà diventare qualcuno... era quello che volevi, no? Diventare qualcuno!”
Lui esitò un istante...
“Sì, era quello che volevo!” confermò infine, in tono duro “E non c’è bisogno che tu lo dica con tanto disprezzo!”
Rimasi in silenzio, regalandogli un sorriso sprezzante, scioccamente felice di averlo infine ferito.
Lui mi scrutò ancora per un momento, poi lentamente si avvicinò...
“Dimmelo!” mormorò.
“Che cosa?” chiesi, indietreggiando appena.
“Dimmi che ti mancherò! Dimmelo, Talia!”
“No!”
Lui mi afferrò le braccia con entrambe le mani e mi strinse... non lo aveva mai fatto prima.
“Voglio che tu me lo dica! So che lo pensi... dimmelo, allora!”
Sollevai gli occhi e lo fissai caparbiamente: “Non lo penso affatto!” risposi.
Ci fu un attimo di silenzio... poi Philip mi attrasse a sé e mi baciò.
“Se mai un giorno ti vedrò ricomparire davanti a me...” mi sussurrò poi all’orecchio “Saprò che oggi hai mentito. Saprò che avevo ragione io. Saprò che ti sono mancato!”
Subito dopo uscì dal fienile.
Fu l’ultima volta che lo vidi... anche se negli anni a seguire sentii molto parlare di lui.

L’uomo si avvicinava a noi sempre più.
Avevo immaginato quel momento, il momento in cui lo avrei rivisto... lo avevo immaginato centinaia di volte dal giorno in cui ero tornata a Colaubain con la compagnia, il giorno dello scempio...
Credevo che avrei potuto provare rabbia e disagio, rivedendolo... collera, dolore, indignazione...
Temevo che, al contrario, avrei potuto provare una sorta di sciocca nostalgia, di incredulità... persino di rimpianto...
E invece ebbi paura!
Paura allo stato puro... terrore!
In quell’attimo avrei voluto voltarmi e fuggire via.
Scappare.
Nascondermi.
E invece accadde una cosa che mi costrinse a restare...

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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
“Sir Guisgard!” Esclamò sorpreso Missan che affiancava il suo compagno Ginestrino. “Cosa ci fate qui?”
Mi mancò l’aria...
Sir Guisgard?
Mi voltai e fissai il mio accompagnatore inglese per qualche istante...
...‘sir ’?
Fu un attimo... osservai i suoi occhi chiarissimi e per un attimo essi, nei miei, furono di nuovo quelli dell’uomo misterioso che avevo conosciuto nel magazzino... quelli dell’uomo che avevo aiutato... quelli dell’uomo di cui, chissà poi perché, mi ero fidata...
E allora non potevo fuggire... non potevo!
Inspirai appena e accennai un leggero sorriso, poi mi feci coraggio e tornai, mio malgrado, a guardare i due uomini che ormai ci avevano raggiunto...
“Philip... bonsoir!” dissi soltanto, chinando appena la testa in segno di saluto di fronte allo sguardo sorpreso di De Jeon.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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