Padre Adam non rispose nulla a quelle parole di Elisabeth.
Giunto poi Emile, i tre raggiunsero la fattoria.
Qui trovarono un uomo ed una donna, marito e moglie, che li accolsero con garbo, senza fare loro alcuna domanda.
La casa era accogliente ed un bel fuoco riscaldava quell’ambiente.
“Sedetevi pure accanto al camino.” Disse il padrone di casa. “Io sono Alain e questa è mia moglie Muriel.”
“Tra un po’ il pranzo sarà pronto.” Sorridendo la moglie.
Poco dopo ai tre ospiti fu servita una minestra calda, insaporita con verdure ed un po’ di lardo, per dare a quel pasto il sapore della carne.
“Perdonateci, amici.” Fece Alain. “Non abbiamo di meglio da offrirvi. Purtroppo la miseria ormai domina quasi ovunque qui ad Animos…”
“Alain!” Lo riprese Muriel.
“Si, perdonami…” sorridendo lui “… volevo dire Magnus…”
“Non temete…” disse Emile “… nessuno più di me in Francia odia i Ginestrini e la loro dannata Repubblica.”
“E’ inutile condannare, amico mio.” Intervenne padre Adam. “Nessun uomo è tanto malvagio da essere odiato dai propri simili. Non giudichiamo, così da non essere poi giudicati noi.”
“Perdonatemi, padre…” replicò Emile “… conosco i Vangeli… ma vedendo cosa sono i miei simili, beh, talvolta quasi dubito di essere un Cristiano… scusatemi…” e finito poi di mangiare uscì fuori sulla staccionata.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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