Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 07-12-2011, 02.38.37   #1459
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“L’aristocrazia non è ben accetta in queste terre.” Disse De Jeon fissando Talia. “Ed ora, a quanto vedo, anche tu ne fai parte.”
“Eh, egli non ci ama, moglie mia.” Sospirando Guisgard ed accennando il suo solito sorriso irriverente. “Vi dirò, amico mio, che essere aristocratici oggi è davvero una gran seccatura.” Rivolgendosi poi a De Jeon.
“Non parlavo con voi, monsieur.” Fissandolo De Jeon.
“Oh, ma parlo io a voi.” Ridendo Guisgard.
“Lasciate che vi presenti monsieur Renart e monsieur Cabuan.” Intervenne Missan, come a voler interrompere quella discussione tra Guisgard e De Jeon. “Sono venuti per fare una denuncia.”
“Davvero?”
“Si, sir Guisgard.” Annuendo l’ambasciatore. “Monsieur Cabuan è stato testimone nientemeno che di un crimine operato dal Giglio Verde e dai suoi complici.”
“Incredibile!” Esclamò Guisgard.
“Già.” Annuì Missan. “Quanto a monsieur Renart, invece, pare voglia denunciare un traditore… un nemico del popolo, un Pomerino che nasconde il viso dietro una maschera. Un traditore che ha nome Tafferuille.”
“Si, l’ho veduto io stesso andare, tempo fa, in una locanda piena di Pomerini.” Disse Renart. “E con me c’era anche lei.” Indicando Talia.
De Jeon si voltò verso la ragazza.
“Solitamente conosco bene i miei simili…” mormorò “… i loro sentimenti, le loro virtù o le loro miserie… ma forse con te mi sono sbagliato…” un lampo attraversò il suo sguardo.
“Talia era con me!” Ripeté Renart. “E abbiamo passato la notte in quella locanda. Insieme!”
De Jeon lanciò un altro sguardo a Talia, per poi avvicinarsi a Renart.
“Ci basta la vostra testimonianza, repubblicano.” Disse il Ginestrino. “Gli aristocratici non possono testimoniare davanti al Tribunale Popolare.”
Guisgard fissò Renart.
“Cosa avete da guardare?” Rivolgendosi all’inglese questi. “Pensavate di essere stato il primo?” E rise.
“Dove si trova questo Tafferuille?” Domandò De Jeon.
“Al Teatro Reale, signore.” Rispose Renart.
“Missan, mandalo a prendere.” Ordinò De Jeon. “Lo interrogheremo subito. Forse il boia oggi avrà un bel po’ di lavoro da portare a termine.”
Missan annuì e si allontanò.
“Posso chiedervi, amico mio, di non parlare di queste cose davanti a mia moglie?” Avvicinandosi Guisgard a De Jeon. “Vedete, è facilmente impressionabile.”
“Fatela finita, pappagallo, o vi taglierò la gola io stesso.” Rivolgendosi a lui con astio De Jeon.
“Che singolare coincidenza…” sorridendo Guisgard “… stavo pensando la stessa cosa anche io… eh, peccato non avere con me un’arma… ma forse questo genere di cose è stato bandito nella vostra repubblica…”
“Abbiamo bandito solo il marcio da Magnus…” fissandolo De Jeon “… quanto alla vostra spada, possiamo tranquillamente rimediare…” raggiunse allora la parete dell’androne e sfilò dal muro due spade che erano fissate accanto ad uno scudo.
“Non è romantico, anima mia?” Voltandosi Guisgard verso Talia. “Due uomini che lottano per te… chissà chi sarà il fortunato per cui sospirerai…” le baciò la mano, per poi raggiungere il Ginestrino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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