Cittadino di Camelot
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“Philip!” mormorai, portandomi una mano alla bocca.
I suoi occhi furono nei miei... un istante... l’ultimo istante, l’ultimo respiro...
La donna se ne stava in piedi davanti a me, silenziosa, osservandomi.
Io, seduta sulla sedia dall’alto schienale, tenevo il volto basso.
Silenzio... quel silenzio opprimente mi faceva male.
Mi mossi a disagio, mordicchiandomi il labbro inferiore...
“Mi dispiace!” dissi poi, tanto piano che la mia voce fu appena percepibile nell’ampia sala.
Suor Amélie non rispose.
Attesi un attimo, quindi, poi azzardai un’occhiata verso di lei... i suoi occhi su di me erano severi come non erano mai stati prima, sul suo volto un’espressione indecifrabile.
“Mi dispiace aver disubbidito...” soggiunsi, sempre pianissimo “Non volevo farvi arrabbiare!”
Gli occhi di suor Amélie si allargarono impercettibilmente... mi fissò ancora per un istante, infine sospirò.
“Arrabbiare!” disse “Credi davvero che sia questo il problema? Credi che il peggio sia il fatto che mi sono arrabbiata... o che mi sono preoccupata...”
Rimasi in silenzio, incerta su che cosa dire...
“Talia...” proseguì lei dopo un attimo “Oh, Talia... questo non ha nessuna importanza, invece! Nessuna! Rispetto a ciò che sarebbe potuto accadere! Ci pensi? Salire sul tetto del campanile... non pensi a quanto è pericoloso? Non pensi che, se foste scivolati e caduti giù, sareste potuti restare uccisi?”
Di nuovo abbassai gli occhi...
“Io non ci ho pensato!” mormorai “Noi volevamo soltanto vedere il tramonto...”
“Tu e Philip De Jeon!” disse.
Annuii.
Poi all’improvviso un altro pensiero mi colse... sollevai quindi lo sguardo e la fissai allarmata...
“Che cosa ne sarà di lui, ora? La Madre Superiora ha mandato a chiamare suo padre e...”
“Si chiamano conseguenze, Talia!” mi interruppe lei.
“E quali saranno le conseguenze?” insistei “Soeur Amélie... non è stata tutta colpa sua! Sono io che ho accettato di seguirlo lassù...”
La giovane suora sospirò...
“Si, lo so!” disse “Infatti la Madre Superiora vuole vedere anche te, dopo aver parlato con De Jeon. Ma vedi... tutto ciò che facciamo, ogni nostro singolo gesto porta a delle conseguenze. E ognuno di noi deve avere il coraggio di affrontare le conseguenze delle proprie scelte e delle proprie azioni! Mi auguro che voi due oggi lo abbiate imparato!”
Philip De Jeon scivolò al suolo e quel ricordo scivolò via dalla mia mente.
Chiusi gli occhi.
Conseguenze... ecco che cos’erano state... tutte conseguenze.
Tutta la mia vita, tutto ciò che era successo... era stato tutto una lunga serie di conseguenze: la partenza di Philip, la mia fuga, i suoi studi, la mia vita alla compagnia, le sue scelte, le mie, gli editti, il ritorno a Colaubain, lo scempio, il dolore, la sua fama, la mia rabbia...
Ed ora lui era morto.
Ed io, che avevo passato gli ultimi anni odiandolo con ogni singola particella del mio corpo e della mia mente, mi sentii come perduta... mi sentii come colui a cui cede la terra sotto i piedi e cade nel vuoto... senza più De Jeon, il mio odio e la mia rabbia perdevano di significato e così, probabilmente, anche la mia stessa vita...
E poi quello sguardo.
Lo avvertii su di me con la chiarezza di un raggio di sole.
Riaprii gli occhi e mi voltai... incrociando, in quell’attimo, lo sguardo incredibilmente penetrante dell’inglese.
Quell’inglese... ciò che avevo provato per lui fin dal nostro primissimo incontro non era spiegabile... ciò che aveva causato dentro di me e ciò che il solo suo sguardo mi provocava...
Avevo il volto ancora preoccupato a causa del duello, gli occhi ancora lucidi e pieni di lacrime... ma gli sorrisi.
Qualche istante di immobilismo... poi mi avvicinai a lui e presi la sua mano tra le mie...
“Siete ferito!” mormorai “Dovete essere curato... vi prego, permettetemi di farlo!”
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“De Jeon è morto…” avvicinandosi Missan “… e l’avete ucciso voi, sir Guisgard…” guardò l’inglese ed accennò un sorriso quasi incredulo “… sapete? Cominciava a seccarmi. Il potere fa male agli uomini, come diceva Platone.”
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La voce di Missan mi spaventò... avevo quasi dimenticato la sua presenza.
Sussultai violentemente e la mano di sir Guisgard scivolò via dalle mie... di nuovo tesa, agitata, impaurita, mi voltai a guardare il Ginestrino.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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