“Un eroe?” domandai in tono freddo, voltandomi verso Missan “Forse avete ragione, monsieur... anche se suppongo che ciò non rientri nei vostri parametri di merito, vero? O in quelli della Repubblica!”
Sorrisi appena...
“E, visto l’esito... devo credere che abbiate ragione?”
Una breve pausa... era successo tutto in fretta e mi stupii quasi nel notare quanto ancora riuscissi a vedere i fatti freddamente, come se si trattasse di un copione teatrale...
Missan era di fronte a me, Guisgard due passi più lontano, un manipolo di soldato lo accerchiava...
Il mio sorriso si allargò appena... portai le mani dietro la schiena, ritraendo le braccia nelle ampie maniche...
Se c’era una cosa che Essien mi aveva insegnato, in quegli anni, era l’essere precisa... meticolosa addirittura. Il buon esito di uno spettacolo dipendeva sempre dalla precisione, la precisione di riporre sempre ogni oggetto al proprio posto, là dove occorrerà la volta successiva...
E io questo lo avevo imparato bene!
Ero meticolosa, lo ero sempre stata!
Feci qualche passo nella sala...
“Tuttavia, monsieur...” dissi a Missan “Io non sono voi, non sono un politico... sono solo una donna, un’attrice... sono molto più sciocca e sentimentale, dunque! Mi perdonerete per questo, spero...”
Lo osservai un istante, ma lui non disse nulla.
“Mi permetterete, quindi, suppongo, di salutare il vostro prigioniero un’ultima volta... prima che sia la fine...”
Cautamente mi avvicinai a sir Guisgard, i soldati non si mossero...
“Forse davvero mi avete ingannata, milord...” gli dissi, giungendogli di fronte e prendendo il suo volto tra le mani “Monsieur Missan ha forse ragione quando dice che vi siete solo servito di me... però... beh, è stato avvincente. Perciò vi vorrei ringraziare!”
Lentamente mi avvicinai... sempre più... fino ad appoggiare le mie labbra sopra le sue, in un bacio struggente.
Percepii la sorpresa intorno a me, lo sconcerto... probabilmente i soldati, e Missan stesso, si stavano scambiando occhiate perplesse, stupite, allibite...
Colsi il momento: lasciai scivolare una mano sulla sua spalla, poi sul suo petto... la ritrassi di nuovo nella manica e di nuovo sfiorai il metallo freddo dello stiletto riposto nella tasca nascosta, lo stiletto che usavo per gli spettacoli e che tenevo sempre lì, sempre pronto, come Essien mi aveva insegnato...
Lo strinsi nel palmo della mano e mi allontanai appena dal cavaliere...
“Bonne chance, chéri...” sussurrai, tornando a guardarlo negli occhi e facendo nascostamente scivolare nella sua mano l’affilatissimo stiletto “Bonne chance!”
Infine mi scostai da lui di qualche passo e, sorridendo appena, tornai a guardare maliziosamente Missan...
“Merci, monsieur...” dissi “Per quanto riguarda me, credo che possiate andare!”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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