Quel bacio.
Missan e i suoi restarono colpiti da quella scena.
Renart, invece, fu preso da un impeto di rabbia.
“Fate chiamare dei soldati…” disse Guisgard all’ambasciatore “… che conducano lady Talia al Teatro Reale, dove ritroverà gli altri membri della sua compagnia.”
Missan fece arrivare due soldati.
“Ricordate il nostro patto.” Aggiunse Guisgard.
“State tranquillo…” fissandolo il Ginestrino “… a me interessate solo voi.”
“Ma lei è sua complice, signore!” Intervenne Renart. “Anche lei deve morire!”
“Fatela finita.” Lo zittì Missan. “Anzi, verrete con noi. Più siamo, meglio sarà.”
“Con voi?” Ripeté Renart.
“Si, voglio esserci anche io quando cadrà la testa dal primo nemico della Repubblica.” Rispose Missan. “Guardie, portate via la ragazza e conducetela al Teatro Reale.”
“No, che sia ricondotta al teatro da una carrozza…” disse Guisgard “… non dai soldati come una fuorilegge.”
“Ora chiedete troppo.” Replicò Missan. “E non siete certo nella condizione di poter chiedere. E comunque… sarebbe troppo pericoloso farla andare via con una semplice carrozza… potrebbe tentare la fuga ed avvertire qualcuno della vostra esecuzione. Ed io non posso correre rischi.”
“Non correrete alcun rischio.” Rispose Guisgard.
L’inglese allora si voltò verso Talia.
Prese la mano della ragazza e la tirò a sé.
“Meraviglioso, milady…” le sussurrò sorridendo “… ma non voglio morire col dubbio che l’ultimo bacio sia stato frutto di un copione, una finzione per la mia dipartita…”
Poi senza farsi scoprire, con un rapido gesto, portò il suo anello, quello con impresso il simbolo del Giglio, alla bocca.
Strinse così Talia in un abbraccio e la baciò con passione.
La baciò come se quel bacio fosse il suo ultimo soffio di vita.
E la baciò come se la vita non dovesse abbandonarlo mai.
Un attimo dopo, Talia restò priva di sensi fra le sue braccia.
Guisgard aveva infatti fatto scivolare nella bocca della ragazza una capsula, presa dal suo anello, con un potente sonnifero.
La prese così in braccio e restò a fissarla per qualche istante.
“Dormi, mio bel fiore di Francia…” sussurrò con un malinconico sorriso “… presto tutto questo sarà finito…”
“Quanti baci per il nostro condannato a morte.” Fece Missan.
“Ora Talia non potrà più fuggire dalla vostra carrozza…” disse Guisgard al Ginestrino.
Un soldato si fece avanti per prendere la ragazza, ma l’inglese lo fissò con uno sguardo implacabile.
“Non toccatela…” mormorò “… indicatemi la carrozza…”
Guisgard allora posò Talia nella carrozza e questa partì alla volta del Teatro Reale.
“E’ tutto pronto, monsieur.” Fece Missan.
Era stato condotto lì anche l’altro prigioniero catturato in precedenza, anch’egli membro della banda.
Guisgard restò a fissare la carrozza fino a quando questa uscì dalla caserma.
Poi, voltandosi verso Missan, annuì.
Un attimo dopo partirono tutti verso il luogo scelto per l’esecuzione.