Missan fece cenno ai soldati di caricare i due prigionieri sul carro dei condannati a morte.
“Andiamo, grande eroe!” Con disprezzo Renart. “Dopo i baci della tua bella, ora troverai quello del boia! E scommetto che non sarà altrettanto piacevole!”
“Sei divertente.” Sorridendo Guisgard. “Devi essere una specie di buffone per allietare gli ultimi istanti dei condannati, immagino. Questo ruolo secondo me ti si addice di più, in confronto a quello del bell’innamorato…”
“Avresti voluto interpretare tu l’eroe romantico, vero?” Spintonandolo nel carro Renart. “Beh, sei arrivato tardi, pallone gonfiato! L’unica donna che troverai ad attenderti sarà madonna Morte!”
“E questa dove l’hai letta?” Sarcastico Guisgard. “Nell’ultimo copione che hanno tentato di farti imparare? Dammi retta, sei più credibile come comico…” fece come a volersi avvicinare al suo orecchio “… ed è per questo che ti ucciderò per ultimo…” sussurrò.
“Cammina, bastardo!” Sbottò Renart, spintonando di nuovo l’inglese.
E saliti su i due prigionieri, il carro uscì dalla caserma.
“Capo…” mormorò l’altro prigioniero “… perché sei tornato qui? Dovevi lasciarmi morire… almeno ti saresti salvato tu…”
“Dimentichi, amico mio, che sono io a dare gli ordini e a decidere per tutti.” Sorridendo Guisgard. “Ti hanno torturato?” Fissandolo.
“Si, ma non ho rivelato nulla della banda, capo…”
“Lo so.” Rispose Guisgard. “Lo so, amico mio…”
Il carro aveva ormai lasciato Ostyen ed era quasi giunto sul luogo dell’esecuzione.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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