Tutti presero posto a tavola.
Goz era totalmente a suo agio e faceva sfoggio del suo sapere e del suo carisma.
I camerieri servirono le pietanze e riempirono di vino i calici dei presenti.
“Questi, amici miei, sono comunemente chiamati Barcirch” disse Goz, mostrando delle piccole polpette di carne spezziate, accompagnate da una variopinta salsa dal sapore esotico “e rappresentano una delle sette meraviglie del mondo culinario. Ora fate come me…” prese allora una di quelle polpette e la insaporì nella salsa, per poi mandarla giù in un solo boccone. “I Barcirch vanno mangiati in un solo boccone, amici miei. Altrimenti si perde quell’inconfondibile gusto che li caratterizza. E poi, non bisogna lasciare il tutto a metà…” fece allora cenno ad uno dei camerieri e questi servì agli ospiti un vino di colore verdastro.
“Ecco!” Sorseggiando un bicchiere di quel vino Goz. “I Barcirch racchiudono l’essenza del mondo da cui provengono e vanno accompagnati da questo elisir… assaggiateli… provatene uno, milady…” fissando Elisabeth “… perdonatemi, ma vi vedo alquanto indisposta e infastidita…” rise.
“Posso assaggiarne anche io, capitano?” Chiese Isolde. “Sono eccitata dall’idea di poter scoprire l’essenza di questo curioso piatto… io voglio assaggiare tutto, conoscere ogni esperienza… questo vuol dire vivere…”
“Prego, milady.”
“Davvero straordinarie!” Esclamò Isolde. “Come ho fatto a vivere fino ad oggi, senza aver mai provato un simile piacere!”
“E ora anche voi, amici miei…” ridendo Goz “… prego, bella dama…” offrendone a Gaynor, poi a Daniel, ad Altea e al suo maestro, fino a Cavaliere25 e ai due chierici che erano con lui.
Poi Altea fece riferimento ai cigni nella vasca e, improvvisamente, l’umore del capitano mutò.
Il suo volto divenne scuro ed un velo di tristezza scese sui suoi occhi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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