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Vecchio 18-01-2012, 03.21.37   #183
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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III Quadro: Ritorno a casa

(Un guerriero della luce sa che alcuni momenti si ripetono.
Spesso si ritrova davanti a problemi e situazioni che ha già affrontato. Allora si sente depresso, e pensa di essere incapace di progredire nella vita, giacché i momenti difficili si sono ripresentati.
“Questo l’ho già passato,” si lamenta con il suo cuore.
“E’ vero, l’hai vissuto,” risponde il cuore. “Ma non l’hai mai superato.”
Il guerriero allora comprende che il ripetersi delle esperienze ha un’unica finalità: insegnargli quello che non vuole apprendere.)

(Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce)




Il carretto avanzava, scricchiolando sotto il peso dei grossi sacchi di ortaggi, verdure e fieno ammassi su di esso, sullo stretto e angusto sentiero che correva lungo il verdeggiante bosco.
Il Sole alto di mezzogiorno rendeva luminosa e dorata la paglia che faceva da letto a tutta quella merce, mentre in un angolo del carretto se ne stava ozioso e pigro un cavaliere, con le mani incrociate su petto e la testa sulle ginocchia di una ragazza.
“E ditemi, messere…” disse la giovane “… come sono le donne in Oriente? E’ vero che hanno gli occhi di giada e la pelle d’ebano?”
“Nei libri forse…” rispose con indifferenza il cavaliere “… in verità non ho mai veduto donne con gli occhi chiari e la pelle nera.”
“E ditemi…” allargando sempre di più la scollatura del suo vestito, attenta però che sua madre, impegnata a guidare il carretto, non se ne accorgesse “… è vero che le donne di quelle terre sono… si, insomma… sono più passionali?”
“Tutte le donne sono passionali…” mormorò il cavaliere, sempre con gli occhi chiusi e l’espressione rilassata “… basta saperle prendere… che siano celtiche, franche o saracene, beh, cambia poco…”
“Sembrate molto ferrato in queste genere di cose…” accarezzandogli i capelli lei “… intendo che sembrate un attento osservatore, messere… e, ditemi ancora… qual è la prima cosa che guardate in una donna?”
“Syanna, perché non vieni ad aiutarmi?” Disse la madre di lei. “Ho le braccia che mi fanno male a furia di tirare queste redini.”
“Un momento, mamma!” Rispose lei. “Questo messere mi sta raccontando fatti di remote contrade!”
“E da quando a te interessano queste sciocchezze?”
La ragazza lanciò uno sguardo alla madre e scosse la testa.
“Dicevo…” rivolgendosi nuovamente al cavaliere “… siete un cavaliere, dunque fate della cortesia, della galanteria e del romanticismo i vostri valori, il vostro credo… sono certa che sono gli occhi la prima cosa che vi attirano di una ragazza…” allargandosi ancora un po’ di più la scollatura “… i miei di che colore sono? Ditemi…”
Lui aprì svogliatamente un occhio e la fissò.
“Ho il sole negli occhi” mormorò “e non riesco a vedere il colore dei vostri occhi…”
“Ah, ho compreso!” Con un sospiro lei. “Siete un seduttore, voi! Uno di quelli abituati ad avere tutte le donne che vogliono! Volete solo che mi chini su di voi, con la scusa di vedere i miei occhi e poi, magari, baciarmi!”
“Syanna!” Di nuovo la madre. “Voi venire?”
La ragazza, incurante delle parole della madre, si chinò leggermente sul cavaliere, facendo sì che i suoi lunghi capelli scuri gli accarezzassero il volto.
“Allora?”
“Cosa?” Domandò svogliatamente lui.
“I miei occhi!” Esclamò lei. “Di che colore sono? Non ditemi che da qui neanche li vedete?”
“Syanna!”
“Si, mamma!” Sbuffando lei. “Mia madre teme che possa compromettermi.” Disse poi sottovoce al cavaliere. “Dice che solo le ragazze vergini si sposano.”
“E voi?”
“Voi cosa?”
“Voi lo siete?” Aprendo finalmente gli occhi lui.
“Certo!” Risentita lei. “Certo che lo sono!”
“Syanna, cos’hai da chiacchierare tanto?” Voltandosi la madre. “E accomodati il vestito!” Accorgendosi della scollatura della figlia.
“Voi invece sembrate avere molta esperienza a riguardo…” chinandosi nuovamente sul cavaliere la ragazza.
“Vostra madre, temo, finirà col buttarmi giù da questo carretto…”
“Oh, lei!” Insofferente la ragazza. “Mi vorrebbe illibata! Magari fino al matrimonio! Se ascoltassi lei, finirei di sicuro in un monastero!”
“Ma non eravate vergine?”
Lei arrossì e chinò il capo.
“Mmm…” fissandola lui “… non vi si addice quel falso pudore…”
“Detto tra noi…” avvicinandosi di nuovo a lui “… si, insomma… sono stata con un uomo… un fabbro credo… o forse un maniscalco…”
“O magari entrambi…” accennando un sorriso lui.
“Messere!” Turbata lei.
“Intendevo dire…” ridendo lui “… che non siete certo una ragazza ingenua, ma molto attenta… del resto viviamo in tempi difficili…”
“Beh, bisogna pur fare esperienze, no?”
“Verissimo.”
“E poi, così, sono ormai in grado di comprendere ciò che veramente voglio dalla vita…”
Il cavaliere richiuse gli occhi e sorrise nuovamente.
“Voglio un uomo forte, ma romantico…” continuò lei, accarezzando di nuovo i cappelli di lui e poi il suo petto “… sensibile, comprensivo… e, perché no… anche bello…”
“Syanna!” Chiamò ancora la madre.
Ad un tratto, il cavallo che tirava il carretto si fermò di colpo e nitrì nervosamente.
Un attimo dopo dai cespugli sbucò un superbo animale.
Fissò il carretto con i suoi occhi di fuoco e, fatto qualche passo, restò poi immobile.
“Bontà del Cielo!” Gridò la madre della ragazza, mentre questa, nel vedere la feroce fiera, lanciò un urlò.
“Sheylon!” Alzandosi il cavaliere e fissando la bellissima tigre. “Credevo ci stessi seguendo!” Saltò giù con agilità dal carretto. “Invece ci hai preceduto!” La tigre gli si avvicinò. “Si, è questo il posto… dobbiamo solo attraversare il bosco ora...” accarezzandola lui.
“Attento, messere!”
“Rischiavo di più stando vicino a voi, damigella!” Ridendo il cavaliere.
“Che animale è?” Domandò visibilmente impressionata la ragazza. “Non ho mai visto una belva simile!”
“E’ l’unico essere a cui affiderei la mia vita, damigella!” Rispose lui.
“Ma… andate via?”
“Eh, damigella…” accomodandosi la giubba lui “… le nostre strade, dopo questo breve e piacevole tragitto, si separano… ma mi raccomando, custodite gelosamente la vostra virtù, altrimenti vostra madre ne morrà…” facendole l’occhiolino “… e grazie del passaggio, mie signore…”
Mostrò poi un vistoso inchino alle due donne e svanì, insieme alla tigre, tra gli arbusti del bosco.
“Non ci ha detto neanche il suo nome…” mormorò la madre della ragazza.
“Non ho mai visto nessuno come lui…” sospirando questa.
“Riprendiamo il nostro cammino…” fece la madre “… e accomodati quel vestito…”
Ma la ragazza aveva ormai lo sguardo perso nel verdeggiante manto in cui era svanito quel cavaliere e il suo superbo felino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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