Vayvet, in un primo momento, cercò di impedire ogni azione a Chantal.
Ma il dolore che quella ferita gli procurava e, soprattutto, la delicatezza di quell’eterea ragazza, riuscirono a far desistere il risoluto fuggiasco.
Lasciò allora che la ragazza curasse la sua ferita.
Alla fine, il dolore a poco a poco divenne più sopportabile, ma il fuggitivo cominciò a sentire la febbre salire.
“Forse avete fatto tre cose sciocche…” ansimando Vayvet “… mi avete curato una ferita forse mortale… mi avete restituito il pugnale… e affidato alla protezione di questa catenina…” la sua vista, a causa della febbre, era sempre più annebbiata “… chi vi dice che… una volta guarito io non vi uccida insieme alla vostra governante? Magari dopo avervi posseduta tutta una notte… e divisa poi con i miei compagni?”
Chantal ascoltò in silenzio,poi si alzò dal suo posto,andò alla finestra e liberò l'uccellino raccolto poco prima sul davanzale.
Respirò l'aria fresca molto profondamente,chiudendo gli occhi e lasciando che i caldi e muschiati profumi provenienti dal fiume le penetrassero i sensi.
Quanto aveva asserito il fuggiasco era grave,e lei per un momento,era stata colta da un brivido.Ma qualcosa la induceva a non cogliere malvagità in quell'uomo,solo necessità di agire in quel modo forse per difendersi,forse perchè in collera con la sorte,forse perchè non riusciva a cogliere quel profondo senso di rispetto e di pietà che ogni essere umano dovrebbe nutrire per i propri simili e dissimili.
Si voltò,e dal suo posto,lì accanto alla finestra,lo scrutò.
Ne analizzò i lineamenti del volto,i contorni del corpo,i vestiti che indossava,lo scrutò con attenzione da capo a piedi,poi si fermò nei suoi occhi.
E quegli occhi esprimevano la sofferenza di quel momento,mentre il volto contratto palesava il suo dolore.
L'uomo respirava affannosamente,era visibilmente febbricitante.Chantal non conosceva i rimedi per curarlo.Pur avendo attraversato molte volte le medicherie dei campi durante le campagne militari di suo padre,ella non sapeva come agire,ma aveva imparato a riconoscere dal visus un malato febbricitante distinguendolo da altri tipi di affanno o sofferenza.
Fu allora che decise di accostarsi all'uomo,gli si avvicinò,lo aiutò a distendersi completamente ripiegando sotto la sua testa la camicia e la giubba dell'uomo stesso.
L'unica cosa che avrebbe potuto fare era rinfrescargli la fronte con un panno di lino ed attendere che col riposo la ferita prendesse a risanarsi.
Probabilente era in atto una flogosi,lo aveva sentito dire tante volte ai soldati feriti che suo padre raccomandava di ospitare,talvolta,in casa loro.
Ma non conosceva rimedi.erbe forse,sarebbero occorse,ma quali,e dove reperirle?
Chantal,allora,confidò nel Buon Dio e pregò,seppur per un momento,che davvero quella catenina con l'ovale potesse condurlo,per Bontà Divina,a guarigione.
Mentre lo guardava così inerme,indifeso,fragile,pur essendo un uomo forte e robusto,si interrogò su di lei.
Si domandava come fosse possbile per lei nutrire pietà per un uomo che aveva ucciso così freddamente.
Già,non se lo spiegava Chantal,e non si spiegava neppure cosa potesse spingere un uomo a divenire assassino.Davvero solo il vile denaro?Solo quel tesoro che i complici gli avevano sottratto?
O era un'indole la sua?
E lo guardava Chantal,lo guardava senza interruzione.
Ad un tratto un grido.
Poi nella stanza arrivò, in lacrime, la governante.
Istintivamente raggiunse Chantal e abbracciò la ragazza.
Un attimo dopo anche Monty tornò di corsa.
“Quell’uomo!” Gridò la governante. “Vuole violentarmi!”
“Aspetta che ti metta le mani addosso e vedrai!” Mormorò, colmo di lussuria, Monty.
“Non farai nulla di tutto questo…” intervenne Vayvet “… almeno per ora…”
“Ma cosa ti prende, capo?” Stupito Monty. “E’ tanto che non passiamo del tempo con una donna… e tu non puoi impedirci di…”
“Ho detto che per ora si fa così!” Sentenziò Vayvet. “E ora, presto, organizzatevi in turni di guardia dentro e fuori la casa… io credo di aver bisogno di riposo…”
Monty annuì a quelle parole e raggiunse il terzo complice.
Rimasto solo con le due donne, Vayvet disse a Chantal:
“Spero che le vostre cure facciano effetto… lo spero per voi… se non ci fossi io, nessuno terrebbe a bada l’ardore dei miei due compagni di fuga…” fissò per un pò Chantal, per poi cadere, a causa della febbre, addormentato.
Chantal e la governante si ritrovarono,così,l'una abbracciata all'altra,a farsi forza,a dividere la paura ed il terrore di quel momento.
La donna,vedendo Chantal vestita solo di quella leggera camicia,la strinse a sè più forte per riscaldarla ma anche perchè la vedeva esposta e preoccupantemente indifesa.
Le cinse le spalle,la accarezzò,e per chissà quale benevolenza del destino il temibile pericolo della violenza usata alle due donne sembrò essere scongiurato.
Chantal fece presente alla governante che l'uomo fosse in preda al delirio della febbre alta e che avrebbe dormito a lungo,cedendo al sonno anche favorito dalla buona dose di infuso alcoolico che lei gli aveva porto per placare il dolore.
La governante,allora,domandò alla ragazza come stesse.
E Chantal,quasi con una sorta di mestezza in viso le rispose:"Non lo so.Non so come mi sento..smarrita,forse.."
La governante cercò di consolarla,le prese le mani,erano gelate ed a tratti tremavano ancora.
La guardò negli occhi e comprese da essi che era preoccupata,turbata,e forse in cuor suo viveva una sorta di abbandono.
Chantal,allora le sorrise dolcemente,non avrebbe voluto che la donna leggesse nei suoi occhi il suo disagio poichè ella stessa era a sua volta sconvolta e provata.
La ragazza poi si separò lievemente dalla donna,le poggiò una mano sulla sua cercando ancora quel contatto,poi gliela strinse e muovendosi trascinò per mano anche la governante affinchè la seguisse fino al focolare.
Lì le due donne si adagiarono.
La governante,nella foga di scappare dalle minacce del suo aggressore,non aveva provveduto a portare bende o medicamenti per la ferita.Ma Chantal non volle che ella si allontanasse di nuovo e la lasciasse sola ancora.
Oramai aveva coperto l'uomo con la sua veste da camera,egli riposava ed era un bene per lui e per la sua ferita.
Le due donne si accoccolarono davanti al fuoco,la governante sedeva su un gradino di pietra del focolare e Chantal si pose in ginocchio,di fronte a lei,col capo chino sul grembo della donna e gli occhi fissi sull'uomo che s'era addormentato.
"Vorrei avere notizie di mio padre.."Sussurrò la ragazza.
La governante la accarezzò dolcemente e con amorevole premura.
A quelle carezze Chantal si abbandonò,chiuse gli occhi e,sottovoce,con un flebile sospiro, le chiese:"Perchè non mi narrate di nuovo di quella città dei Cieli?Ditemi,ci sono Angeli a sua custodia?"
E si lasciò sfiorare i pensieri dalle tenere ed delicate immagini di un mondo sospeso per incanto..