"...E guardai, scrutai, quel vecchio a Monaco
quel sorriso, quella birra quante cose poi pensai,
la mia mente a una folla di sguardi fissati
dietro a quei fili spinati.
E lo spiai, scrutai, divise immaginai,
di uno che, marci, l'Europa calpest,
la mia mente a una folla di sguardi spietati
fuori da quei fili spinati.
Lo guardai
nel fondo dei suoi occhi
lo fissai
insistendo sempre pi
per vedere se c'era
colpa o, paura
perch, per quale ragione.
E guarda, scrutai, niente poi notai
solo rughe sul viso,dal tempo seminate,
non aveva artigli, tremavan le sue mani
come quelle di mio padre.
Lo guardai...
Ritornai poi, ancora a Monaco
lo cercai, ma ormai, lui non era pi,
la mia mente, quella folla, quelle mani
tra un volo di gabbiani..."
(L'uomo di Monaco - NOMADI)
Qunado Augusto mi inviò una sua attesa missiva contenente il testo de "L'uomo di Monaco", colto da un'emozione straziante dovuta alla mia condizione di esule, un istinto irrefrenabile mi assalì qualche anno dopo spingendomi a tornare nel'ottobre dell'anno millenovecentonovantuno presso i campi di sterminio di Dacau e Auschwiz per contemplare il silenzio irreale di quelle baracche disposte con un ordine infernale ed i forni per le saponette, e, tra laria carica di nebbia e di ricordi, intonai le note della sua struggente melodia....
Grazie Milady "che camminate sulla via dei pellegrini" per avere scritto con il cuore quelle vostre indelebili parole e grazie a Milady "che gli altri adesso ti chiamano Dea" per vaerle assaporate con il vostro ricordo e la vostra emozione, credetemi, da qualche parte nel vento la loro voce sorride al vostro passaggio....
Taliesin, il bardo
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