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Vecchio 30-01-2012, 03.07.30   #463
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Talia trovò ad attenderla alcuni cavalieri.
Appena videro la ragazza presentarsi, i tre si scambiarono fra loro rapidissime occhiate che sembravano celare una sorta di tacita intesa.
La sciarono allora il Casale degli Aceri per recarsi al maniero del signorotto.
L’edificio appariva grezzo, con un grosso dongione centrale, al quale era addossata una struttura gentilizia di stile però grossolano e dall’aspetto poco curato, che spuntava da una folta vegetazione che aveva ormai quasi del tutto coperto una cinta muraria con base a scarpa e rafforzata da contrafforti.
Talia fu poi condotta in una vasta sala, scarsamente arredata e col soffitto in legno che l’umidità aveva appesantito notevolmente.
Qui trovò il signorotto svogliatamente abbandonato su un seggio dalla forma grossolana, che si divertiva ad infilzare una mela con un coltello.
Seduto al grosso tavolo al centro della sala stava un chierico intento a leggere un piccolo omeliario.
“Venite pure avanti, mia cara.” Disse il signorotto a Talia, andandole incontro.
Un attimo dopo nella sala entrò uno dei cavalieri del signorotto.
“Allora, abate, cosa ci dite?” Domandò il signorotto al chierico. “Intendo qualche notizia riguardo al Casale degli Aceri.”
“Cosa volete che vi dica, milord…” chiudendo, quasi infastidito, il suo libro di preghiere il chierico “… dovrebbe esserci un contratto da qualche parte, o delle annotazioni in qualche registro che chiariscano un po’ la questione…”
“Vostro…” con un ghigno il signorotto a Talia “… vostro padre ha mai posseduto simili registri?”
“Se li avesse avuti, milord, non sarebbe certo giunta qui.” Intervenne il chierico.
“E perché mai?”
“Perché, se così fosse, avrebbe dalla sua la protezione conferitale dal diritto.”
“Dunque nulla attesta le vostre pretese?” Rivolgendosi di nuovo a Talia il signorotto. “Perdonatemi, non ricordo il vostro nome…”



Il Casale avvolto da alte palme, che davano all’edificio un gusto esotico, come ricordo delle campagne in Oriente da parte dei cavalieri della Luna Nascente, si ergeva solenne e maestoso nel cuore del bosco di Suessyon, battuto com’era dall’asciutto vento che correva fino a scontarsi con i monti lontani.
Guisgard giunse correndo davanti al Tempio, dove trovò ad attenderlo il suo maestro.
“Maestro…” disse il cavaliere.
“Cosa cerchi qui, figliolo?”
“Voglio vedere Talia…”
“Da oggi non potrai più vederla.”
Un brivido corse per tutto il corpo di Guisgard a quelle parole.
Avrebbe voluto chiedere il perché, ma tacque.
Allora si voltò a fissare la porta del Tempio: era chiusa.
Corse vicino a quella per tentare di entrare, ma la porta sembrava impossibile da aprire.
“Non puoi entrare nel Tempio.”
“Perché?” Voltandosi verso il maestro.
“Sta avvenendo la consacrazione di tua sorella.” Rispose questi. “Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato. A questo era destinata.”
“Non è vero!” Con rabbia Guisgard, tentando inutilmente di aprire quella porta. “Oggi le avevo promesso di portarla nel bosco con me!”
Il maestro lo fissava in silenzio.
“Lei mi sta aspettando!” Continuò Guisgard. “Le avevo promesso che sarei venuto! E non le ho mai mentito!”
“Quei momenti nel bosco erano solo sogni…” mormorò il maestro “... inutili e sciocchi momenti in cui chiudevi gli occhi davanti alla realtà...”
Guisgard cominciò allora a battere i pugni contro il pesante legno della porta del Tempio.
“Apri questa porta, maestro!”
Ma il vecchio cavaliere restò a fissarlo senza dire nulla.
“La…” all’improvviso Guisgard “... la vetrata laterale... si, entrerò da lì…”
E corse verso il lato del Tempio.
Ma qui vide una figura.
“Fyellon…” mormorò nel riconoscerlo
Quello lo fissava con un ghigno, per poi estrarre la spada.
“Figlio contro figlio…” urlò una voce come condotta dal vento “... fratello contro fratello... morte chiama morte...” era la voce del maestro.
Guisgard si voltò verso quella voce e vide tre tombe.
Quella al centro recava proprio il nome del vecchio cavaliere, mentre le altre due erano senza nome.
Il cavaliere si avvicinò alle tombe, ma proprio in quel momento udì le campane del Tempio.
Corse allora di nuovo verso la porta, pensando di non trovare più il maestro ad impedirgli di entrare.
Giunto davanti al sacro edificio, trovò la porta finalmente aperta e vi entrò.
Ma il Tempio era vuoto.
Guisgard fissò allora le sei statue che adornavano, tre per parte, le due navate laterali: la Carità, la Fede, la Misericordia, l’Obbedienza, l’Umiltà e il Perdono.
“Talia!” Cominciò a gridare. “Talia, dove sei?”

“Talia!” Gridò, destandosi da quel sogno.
Sheylon lo fissò mugugnando.
Guisgard ansimava e stringeva fra le mani la fredda erba che aveva fatto da giaciglio al suo tormentato riposo.
Dopo un attimo di smarrimento si guardò intorno e riconobbe il laghetto poco distante dal Casale.
Aveva dormito all’ombra di un albero presso la sponda.
Alzò poi gli occhi e si accorse di non essere solo con la sua tigre in quel posto.
Davanti a lui, infatti, erano appena giunti i suoi fratelli.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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