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Vecchio 31-01-2012, 02.38.00   #495
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il padrone fissò Melisendra con i suoi profondi ed enigmatici occhi neri.
Restò per qualche istante senza dire nulla, poi, con un gesto improvviso e forse meditato, rimise a posto il suo pugnale.
“Per questa volta…” disse fissando la misteriosa ragazza giunta dal blu “… ti concederò quanto chiedi…” lasciò allora andare l’ancella che per lo spavento si accasciò poi in lacrime.
“Andate via…” ordinò alla sue due schiave, per tornare poi a mangiare
.Di tanto in tanto fissava con quel suo inquietante sguardo la ragazza seduta di fronte a lui.
Finito di cenare, due servi entrarono per portare via i suoi piatti e la coppa nella quale aveva bevuto.
“Questo palazzo è molto grande…” rivolgendosi a Melisendra “… nessuno dei miei servitori conosce l’esatto numero delle stanze che si trovano in esso… se qualcuno si perdesse attraversando i lunghi corridoi, potrebbe impiegare giorni a ritrovare l’uscita…” un servo gli portò un piccolo vassoio sul quale c’era un boccettino contenente un pallido elisir ed un bicchiere di cristallo “… acquistai tempo fa questo palazzo…” continuò sorseggiando un po’ di quell’elisir “… si dice sia maledetto… l’antico proprietario uccideva le donne che sposava, per poi nascondere i cadaveri nelle stanze di questo oscuro labirinto… ogni qualvolta restava vedovo si risposa… e la catena dei suoi omicidi restava ininterrotta…” smise di bere “… sai, Melisendra, perché ho acquistato questo maniero? Perché forse quell’antico proprietario era un mio antenato… ed è per questo che celo il mio volto… forse per non farmi riconoscere, visto, come affermano molti, l’incredibile somiglianza fra me e quel sanguinario assassino…” si alzò, avvicinandosi alla ragazza “… pare uccidesse le sue mogli durante la prima notte di nozze… dopo aver fatto più e più volte l’amore con quelle sfortunate… prima la passione, poi la morte… non trovi che sia una fatale ed affascinante unione? Quasi mistica direi… passione e morte… piacere e dolore… come fare l’amore col demonio in persona… cedere la propria anima tra i sussulti che il piacere sa dare… e poi, prima dell’alba, perdere anche il corpo…”
Si avvicinò ancor di più a Melisendra, come a volerla baciare.
Un attimo dopo la ragazza si perse nell’infinito buio che regnava negli occhi del suo misterioso padrone.
Al mattino, destata dal chiarore del nuovo giorno che illuminava la sua stanza, Melisendra si svegliò da sola in un morbido letto, avvolta tra lenzuola bianchisse e profumate.
Ed udì una musica provenire dal corridoio.
Non era però la cetra di Heyto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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