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Vecchio 31-01-2012, 04.18.16   #499
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il signorotto ed il suo fedele guardaspalle scesero nella sala dove solitamente si ricevevano gli ospiti.
“Salute a voi, cavaliere…” disse il signorotto “… cosa vi ha spinto a farci visita?”
Il cavaliere della Luna Nascente, sempre col capo celato dal cappuccio, salutò con un lieve inchino.
“Sono tornato ora dalla Spagna, milord…” rispose “…gli infedeli si combattono anche lì, non solo in Terrasanta…”
“Salverete così la vostra anima” sorridendo il signorotto “e quella di molti Cristiani, cavaliere.”
“Non sempre è facile, milord…” mormorò il cavaliere “… vedete, il demonio s’impegna molto nel conquistarle… e spesso è troppo tardi per strapparle al suo fatale artiglio…”
“Ignoravamo che il vostro Ordine esistesse ancora, cavaliere…” intervenne il fedele del signorotto “… l’ultimo membro della Luna Nascente pare sia morto qualche giorno fa…”
“Non è facile uccidere un cavaliere della Luna Nascente, messere…” fissandolo il cavaliere “… siamo protetti dai Santi Arcangeli di Dio… Gabriele ci consiglia, Raffaele ci guida e Michele ci arma…”
“E’ vero dunque ciò che si dice sul vostro valore, cavaliere…” fece il signorotto “… siete degni campioni della Cristianità… ma, mi perdonerete, ancora ignoro i motivi di questa vostra visita… cercate forse infedeli nel mio castello?”
“E giusto per dissipare i nostri dubbi, cavaliere…” disse il fedele del signore del castello “… volete darci la prova della vostra appartenenza al Sacro Ordine della Luna Nascente?”
Il cavaliere allora mostrò loro una spada che recava come simbolo una mezza Luna attorno ad una Croce.
A quel simbolo, il signorotto ed il suo fedele soldato restarono meravigliati.



Nella sala al piano di sopra, intanto, il servitore stava fermo sulla porta, come un cane che attende il ritorno del proprio padrone.
I suoi occhi erano però fissi su Talia.
“Dovresti essere furba…” disse, senza che sul suo viso si mostrasse la più impercettibile delle espressioni “… ormai il luogo dove hai vissuto fino ad oggi con i tuoi fratelli bastardi è destinato a finire nei domini del mio signore… se sarai accomodante con lui, forse, potrebbe tenerti qui per qualche mese, o magari anche per qualche anno… almeno fino a quando la tua bellezza non sia sfiorita… poi, se sarà misericordioso, potrebbe anche prenderti come sguattera e farti invecchiare qui… non disdegnare questa possibilità…” rise e mostrò una bocca con pochissimi denti “… anche a mia madre è toccata una sorte simile… la chiamò qui il padre del mio signore… io però sono nato in seguito alla storia che mia madre ebbe con uno stalliere… non guardarmi cosi!” Urlò all’improvviso. “Non guardarmi con quegli occhi! Io sono stato fortunato! Se fossi stato concepito durante le notti che mia madre passò col suo signore, a quest’ora sarei morto! Invece ora sono qui! Non giudicare mia madre, capito!” Ringhiò ancora contro Talia. “Tu non sei migliore di lei! Anche tu diventerai una concubina! E se il mio padrone dopo deciderà di cacciarti, allora finirai in mezzo ad una strada! E forse, quando uscirai da qui, i tuoi fratelli saranno tutti morti! Tutti!” Fissandola con uno sguardo carico di risentimento e cupa disperazione.
Ad un tratto, Talia cominciò a sentire puzza di bruciato.
Un attimo dopo del fumo iniziò ad uscire dal pavimento ligneo della stanza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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