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Vecchio 02-02-2012, 03.19.48   #550
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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La compagnia dei Tulipani entrò così in quella magnifica e fiabesca città.
Elisabeth, Altea e Daniel erano partiti col Carrozzone di Goz per raggiungere le leggendarie sorgenti del Calars, ma ora, dopo quel lungo viaggio, avevano finalmente visto quel luogo, scoprendo quell’incredibile città tra le acque ed il Cielo.
Appena la compagnia attraversò la grande porta della città, Elisabeth, Altea e Daniel videro un maestoso arco, con al centro una lastra di marmo finemente incisa, che recava la scritta:

“Porta della Concordia”

Nel vedere entrare il manipolo di cavalieri con quei prigionieri, la gente che affollava le strade della città si avvicinò incuriosita.
La compagnia avanzò attraverso la grandiosa strada lastricata che tagliava in due la città, tra l’attenzione e lo stupore del popolo.
“Sono loro, milady?” Avvicinandosi un ragazzino alla donna cavaliere che guidava la compagnia. “Sono i nostri nemici? Li avete catturati? Siamo salvi dunque?”
Ma la donna ignorò quel ragazzino.
Tutti fissavano quei tre prigionieri.
Li fissavano con stupore, curiosità, diffidenza.
La strada pullulava di passanti che come greggi irregolari riempiva ogni angolo ed ogni passaggio.
Un grande bazar correva sul lato sinistro della strada, nel quale si accalcava una ressa senza precedenti.
Odori e profumi, essenze ed aromi, colori e bagliori riempivano quel luogo, attirando gente come la luce richiama le falene.
Superata quella moltitudine, i cavalieri con i loro prigionieri salirono l’Agorà, che sorgeva al centro della città e ne era il suo punto più alto.
Da lì era possibile vedere il camminamento che correva sulla cinta muraria e parte del favoloso paesaggio che circondava la città.
Al centro della piazza dominava la maestosa cattedrale, di un’architettura tanto prodigiosa quanto ignota alle nostre conoscenze.
Accanto a questa, sempre nel centro della piazza, si ergeva il magnifico palazzo reale.
Una superba costruzione che sembrava eretta per raggiungere i Cieli.
Costruita con una pietra sconosciuta nelle nostre terre, che emanava, a contatto con la luce del giorno e sotto gli effetti dei caldi fumi del Calars, un alone cangiante e multicolore.
Ben sette torri racchiudevano il perimetro del palazzo e da ciascuna di esse scaturiva un colore diverso: rosa perla, verde acqua, azzurro madreperla, pallida aurora, bianco puro, viola crepuscolare e vermiglio tramonto.
E tra il palazzo e la cattedrale stava una statua di superbe fattezze, sul cui piedistallo si trovava una lastra dai riflessi di ametista e argento.
E sulla lastra erano incise queste parole:

“A Vigilyo,
che brevemente vegliò su
questa città e per sempre
veglierà nella sua anima.
Regina Destefya”

Arrivati davanti al palazzo, si fecero avanti alcuni valletti.
“Salute a voi, lady Shoyo.” Salutò uno di quelli nel vedere la donna cavaliere.
“Abbiamo qui dei prigionieri…” disse lei “… avvertite lord Goxyo."
Il valletto annuì e i cavalieri con i tre prigionieri furono fatti entrare nel palazzo reale.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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