VI Quadro: La regina Destefya
("Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer si forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.")
(Dante Alighieri, "Divina Commedia, Inferno")
Nigros osservò Daniel e sorrise nel vederlo felice.
“Fuggire?” Ripeté il medico. “E dove? E’ impossibile fuggire da questo palazzo… i cavalieri del Tulipano Imperiale lo sorvegliano notte e giorno… sorvegliano tutta Tylesia ormai…” si alzò e cominciò a passeggiare nella stanza “… forse possiamo trovare una soluzione… potrei chiedere a sua maestà una grazia… massì! Seguimi, ragazzo!”
I due, allora, si diressero verso la sala del trono, dove il medico chiese di essere ricevuto dalla sovrana.
“Mi raccomando…” disse a Daniel “… ora che la regina ci riceverà, tu lascia parlare me… e intervieni solo se sarai interrogato…”
Qualche istante dopo, la porta si aprì e un servitore fece cenno ai due di entrare.
Sul trono li attendeva la regina.
“Salute a voi, vostra maestà!” Esordì con un inchino Nigros. “Perdonatemi se giungo così al vostro cospetto…”
“Sapete bene, dottor Nigros” lo interruppe lei “che attendevamo i vostri risultati in merito a quella certa faccenda…”
“Perdonatemi, maestà, ma non ho ancora ultimato le mie ricerche…” rispose il medico “… e proprio per questo sono qui… ho bisogno di un aiutante e questo giovane sembra possedere le abilità e le capacità adatte…”
“Tu sei il ragazzo ferito ad una mano, vero?” Rivolgendosi a Daniel la regina. “Qual è il tuo nome e qual è la tua storia?”