Le vesti e i monili che indossavo mi erano assai d'impaccio nei movimenti. Sospirai, ma non protestai. Avevo percepito qualcosa, mentre ero assorta in giardino in quella profonda meditazione.
"Ti prego, Heyto..." mormorai, seguendo il giovane "So che c'è qualcosa di cui sono all'oscuro... vite spezzate... una profonda e cupa disperazione... Ti prego... dimmi cosa sta succedendo..."
Poi mi balenò un ricordo lontano e mi soffermai di colpo.
C'era un tempio sul fiume, vicino alle grotte abitate da me e dalle mie sorelle. Gli uomini vi facevano sacrifici per ottenere la nostra benevolenza. All'epoca eravamo forti e potenti. Bambini conducevano capretti candidi, a cui avevano dorato corna e zoccoli... il sangue di quegli innocenti scorreva sull'altare e cadeva al suolo, evocando spiriti ctoni.
"Heyto..." gli strinsi il braccio "questa sembra la preparazione per un sacrificio... Dimmelo! Hai la mia parola che non disubbidirò, ma se sto andando incontro al Destino, preferisco guardarlo in faccia!"
Fissai bene i miei occhi nei suoi, mentre la mia voce sferzava l'aria e risuonava nella sala vuota.
Il vento spalancò una finestra e ci fece sobbalzare. La sua carezza era gentile sul mio volto, come a volermi rassicurare.
"Non mentirmi... chiedo solo di conoscere la verità."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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