"No, Heyto... non piangere. Se questo è il mio destino, sono pronta. Io sono come l'acqua che scorre nel letto del fiume... e non desidero altro che tornare ad esso. Io appartengo a queste acque... e se c'è solo una possibilità per me di tornare là... sono pronta ad affrontare ciò che chiami Inferno... qualunque cosa pur di ritornare a casa. Ho un debito verso il mondo che mi ha allontanata e forse questo viaggio mi aiuterà a pagarlo." Asciugai con il mio velo le lacrime di Heyto e posai la mia mano sulla sua. "Suona la tua dolce musica e lascia che il destino tessa la sua tela..."
Mi coprii nuovamente col velo e mi incamminai verso il ponte, lasciando Heyto alla sua musica, che sapevo l'avrebbe confortato. In cuor mio non ero più spaventata. Non c'era altro che quieta rassegnazione e una sorta di impazienza per ciò che doveva avvenire. Speravo ardentemente che, una volta abbracciata la fine, sarei tornata al Blu. Forse mi sarebbe stato concesso.
Il ponte superiore era quasi deserto. I marinai erano indaffarati sul ponte inferiore. Mi sedetti in un luogo riparato, da cui potevo guardare l'acqua che si increspava. Mi tolsi un bracciale di giada e lo gettai in acqua, come offerta. Scorsi un volto a me caro e un triste sorriso, poco prima che il bracciale venisse inghiottito dalle onde. Erano lì.
"Non andate via..." Sapevo che mi avrebbero seguita, ma solo per un tratto, fin dove gli sarebbe stato consentito dalle nostre regole. Sospirai, cercando di scorgermi di più per rivederle.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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