Cittadino di Camelot
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Chantal, dopo quell’inquietante sogno, era tornata ad adagiarsi presso l’albero dove aveva lasciato il suo cavallo.
Ad un tratto sentì dei gemiti e dei lamenti.
Era Vayvet che si agitava nel sogno.
Quell'uomo,era come un impenetrabile forziere di pensieri,schivo,riservato,totalmente incapace di affidare fiducia al mondo intero.Silenzioso e pieno di rancore,eppure,i suoi occhi sembravano essere attraversati da una luce che Chantal desiderava carpire e scindere in scintille che mostrano la purezza della sua fonte.
Ora se ne stava in balia del sonno e di chissà quali immagini che gli attraversavano l'anima.E sembrava innocuo.
La ragazza vedeva in quell'espressione,resa fragile dalla naturalezza di ciò che la dlineava,una velata bontà che le appariva come una grezza gemma che nel cuore possiede lo splendore della bellezza.
Chissà,forse si ingannava,forse il fatto che quell'uomo,nel sonno,sembrasse più "umano",più indifeso,la traevano in errore.
Eppure,non s'era mai ingannata,e nel vederlo,adesso,così in preda ai suoi affanni,disarmato della sua forzata brutalità,voleva davvero ritenere essere lui diverso da uno spietato fuorilegge.
Voleva credere alle sue sensazioni Chantal,e fidarsi di lui.
La ragazza lo vedeva agitarsi ed inquietarsi mentre cercava di dormire e provava un profondo senso di tristezza in cuor suo,ma anche di tenerezza per quell'uomo dal volto tanto provato dalla vita e dai suoi dissapori.
Avrebbe voluto svegliarlo,rassicurarlo,pronunciargli parole di conforto,offrirgli il calore di una carezza insorta dalla sua mano,ma egli era stato così scostante,tanto era pieno di disprezzo dal ritenersi giudicato da lei stessa.
Chantal pensò d'aver sbagliato tutto,d'aver agito con incauta istintività,e mille dubbi la tormentavano,ma ora contava ciò che sarebbe accaduto in futuro a lei ed a quei fuggiaschi,e mentre cercava di penetrare in quei lineamenti corrugati e,a tratti,persino belli,di quell'uomo che si dimenava affannosamente nel suo agitato sonno, vide che stava per destarsi.
Vayvet allora saltò su.
Ansimava e si guardava intorno confuso.
Poi respirò forte e cominciò a calmarsi.
Quel sogno l’aveva come svuotato.
Chantal s'apprestò un poco all'uomo che le appariva visibilimente scosso.
Nen essendo stata capace di riaddormentarsi,la ragazza lo aveva visto e sentito agitarsi nel sonno molto a lungo,percependo che i suoi pensieri fossero ben più vividi ed inquietanti di quanto lei potesse immaginare.
Rimase lungamente in disparte per discrezione,e per evitare di creare disagio o di violare l'intimità di quei momenti di abbandono durante i quali il fuggiasco aveva ceduto ai ricordi di un inquieto sogno,forse, e s'era agitato rimanendo interamente in balia della confusione.
Solo quando s'accorse che,prendendo ad inspirare forte e frequentemente,questi si stesse calmando,Chantal gli si fece più vicino.
L'uomo ansimava ancora,però,ed accortosi della presenza della ragazza si tirò su cercando un contegno che gli facesse nuovamente assumere la sua aria di sicurezza e padronanza.
In quel frangente vide la fresia scivolargli dal petto.Rimase qualche istante smarrito,come perplesso,la guardò che s'era posata al suo fianco sfiorandogli appena la mano,fece quasi per raccoglierla,ma come un impeto improvviso si impossessò di lui,come una volontà di respingere tutto ciò che è fragile e delicato.
E Chantal si mortificò in cuor suo,vedendo l'avversità che egli voleva palesare anche dinnanzi ad una piccola cosa bella a lui riservata.
Vayvet riassunse in breve la sua espressione di indifferenza.
Ma i suoi occhi lo tradivano,il suo sguardo dichiarava turbamento ed inquietudine,tuttavia Chantal lo rispettò col silenzio.
Poi,gli occhi dell'uomo si fecero inclementi nel guardare con severità la ragazza,tanto ch'ella avvertì un senso d'imbarazzo e di disagio per l'essersi accostata tanto a lui,fece,così,per scostarsi,ma qualcosa di incoercibile la tratteneva,come a non voler abbandonare quell'uomo in balia del suo tormento,allora tese appena la mano,come a volergli indicare di non fare sforzi,di rimanere ancora sdraiato e cercare di rilassarsi.Cercò parole di delicata attenzione,al fine di indurlo a ritrovare serenità,ma l'imbarazzo si accresceva in lei,tanto che si affacciava al suo cuore un senso di soggezione.Poi,si fece coraggio e domandò:"E' a causa della ferita che avete avuto un sonno agitato,milord?Vi ho visto affannarvi durante esso."
La ragazza pronunciò queste parole a capo chino,era tanto vicina all'uomo da comprendere che questo avrebbe potuto destare in lui solo disappunto.
Molti pensieri le balzarono alla mente in quel frangente,e cercò di sradicare da essi il timore d'essere fraintesa e ritenuta invadente ma,in fondo,non si curava di questo,ciò che realmente l'aveva turbata era stato il vedere quell'uomo agitarsi in sonno e non comprendere cosa realmente gli attraversasse il cuore fino a turbarlo.
Chantal gli aveva parlato senza guardarlo,e questo le aveva suscitato come un pensiero di avversione percepito da quell'uomo,decise,così,di scoprirsi il volto,lasciò cadere il cappuccio sulle spalle,scoprendo un viso che sbiancava sempre più ad ogni tentativo di interloquire col fuggiasco,ed il suo pallore s'andava accentuando man mano che le ciocche dei capelli,rese lucide e dai riflessi malva dal candore della luna,le si accomodavano sul volto e sul collo,libere dal copricapo.
Allora si accostò ancora un poco e,con voce molto flebile si sentì di dire:"Vayvet,.."Ma,appena udito il nome pronunciato dalla sua bocca Chantal ebbe come un sussulto,si ritrasse,così,e sollevando appena la mano interponendola tra le sue labbra e il volto dell'uomo in segno di scuse,come chi ha commesso un'imprudenza grave,si riprese:"Vi chiedo perdono,milord,non avrei dovuto pronunciare il vostro nome.."Poi cercò invano di coprirsi nuovamente col cappuccio,ma era così terrorizzata che le mani le tremavano,allora inspirò profondamente e,guardandolo ancora negli occhi concluse il suo pensiero domandando con un filo di voce:"Vi fa male la ferita?"
Ultima modifica di Chantal : 15-02-2012 alle ore 19.30.27.
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