Guisgard tornò nella stanza e trovò Talia mentre si spazzolava i capelli.
Il Sole mattutino, sebbene ancora incerto e velato da alte e sottili nuvole, sembrava aver trovato un tenero giaciglio tra i capelli di lei, rendendoli ancora più chiari e luminosi col suo alito dorato.
Attorno alla sua figura, infatti, un alone di aureo splendore aveva preso forma, avvolgendola e disegnando come incantato il suo delicato profilo.
“Guarda che scherzavo prima…” avanzando verso il letto “… non sono riuscito a trovare una colazione degna di gran signori… ma a quanto vedo tu ti sei preparata come una principessa…” la fissò “… sei bellissima, sai? Io credo che tu sia la ragazza più bella del mondo…” sorrise, posando il cesto con la colazione sul letto “… sai, da piccolo, ascoltando i cantastorie e i loro racconti sui cavalieri di Artù o sui paladini di Francia, le varie eroine io le ho sempre immaginate col tuo volto…”
In quel momento Sheylon entrò nella stanza e con un balzo arrivo sul letto, tra loro due.
“Razza di tempesta!” Gridò Guisgard alla tigre. “Quando capirai che non sei un gatto da stanza!”
Ma la tigre brontolò e annusò il cesto con la colazione.
“Avrai la tua parte, ma dopo!” Prendendo lui quel cesto. “Ora scendi dal letto!”
Preparò allora sul letto la colazione per Talia.
Si avvicinò poi alla finestra e restò a guardare la campagna.
“Non mi hai più raccontato di ciò che hai sognato…” con un tono che tendeva a farsi più cupo e malinconico “… appena avrai finito di fare colazione e ti sarai preparata…” esitò “… ti riporterò al Casale… così, potrò partire e compiere ciò che devo…”
Sheylon lo fissò, per poi accovacciarsi a terra.
In quel momento il Sole rientrò e il cielo si fece nuvoloso.