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Vecchio 23-02-2012, 16.43.15   #896
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard fissava il corpo senza vita di quel cavaliere.
Il suo sguardo era cupo, il volto tirato e l’espressione indefinita.
Il vento, inclemente, batteva ormai con vigore sul bosco e aveva spazzata via dal cielo ogni nuvola, liberando quella tersa e luminosa mattina.
Soffiava tra i suoi capelli come a volerlo scuotere.
Sheylon aveva il respiro pesante e fissava il vuoto che sembrava farsi largo alla fine del viale racchiuso dagli aceri.
Mille pensieri, come una marea straripante, si accavallavano nella mente di Guisgard.
Aveva attaccato un cavaliere.
E non un cavaliere comune, ma un consacrato.
I Cavalieri della Luna Nascente erano a metà tra i chierici e i guerrieri, aggredire dunque uno di loro era considerato quasi un atto ereticale.
Era dunque colpevole davanti al Cielo e davanti agli uomini.
Talia si avvicinò a lui, poggiando prima il capo sul petto di lui e poi abbracciandolo.
Quasi con fare meccanico, cinse il braccio di lei e strinse a sé la ragazza.
Cosa pensava?
Cosa attraversava davvero il cuore di Guisgard?
Era pentito?
Ne era valsa la pena tornare indietro?
Per cosa?
Era reale ciò che l’aveva spinto a tutto quello?
O solo un’illusione?
Cosa sentiva in questo momento Guisgard?
Per un istante, che apparve come infinito, tutto attorno a lui sembrò perdere significato.
La voce di Talia, per un momento, sembrò perdersi e confondersi nel vento.
Come se quel vento volesse portare via con sé tutto.
Cosa sarebbe rimasto quando avrebbe smesso di soffiare?
Forse, più nulla, se non la sua colpa.
Questo temette Gusgard.
Ed ebbe paura.
Più della pena per quella sua colpa.
Non rispose niente alla ragazza.
Fissò ancora quel cadavere.
Poi, d’improvviso, gli si avvicinò
Lo trascinò tra i cespugli, nascondendolo bene.
Come un criminale, un assassino, nascondeva il suo delitto con la speranza di guadagnare tempo sui suoi inseguitori.
Si segnò con la Croce e recitò qualche preghiera.
E un pensiero, terribile e assoluto, lo raggiunse: il suo arrivo al Casale degli Aceri aveva portato solo morte.
Prese poi i cavalli e fece cenno a Talia di partire.
Un attimo dopo, fratello e sorella, seguiti da Sheylon, lasciarono il Casale degli Aceri.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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