I colori e poi i suoni, i canti, le risa e le voci che si accalcavano.
In un attimo il villaggio divenne in festa.
Ovunque c’erano coppie che danzavano, tavoli imbanditi delle bontà culinarie del posto, cantori che motteggiavano e numerosi sguardi di ragazze innamorate.
“Mi raccomando, fate attenzione, messere!” Si raccomandò la donna.
Guisgard annuì e poi con Talia si mischiò alla folla.
“Visto?” Sorridendo alla ragazza. “Siamo venuti fin qui per trovarti una mamma!”
Fu così celebrata la Messa e poi avvenne la rappresentazione del Ludus, chiamato anche Dramma Sacro.
Dopo queste funzioni religiose molto sentite, si cominciò a preparare il tutto per la tenzone.
Così, mascherati, apparvero due pastori: uno impersonava l’Inverno, l’altro la Primavera.
E così cominciarono:
PRIMAVERA: “Giungi o cuculo e scaccia via il freddo e il gelo!”
INVERNO: “Ti inganni, poiché il cuculo porta siccità e carestia!”
PRIMAVERA: “Il cuculo canta gioioso all’aria nuova!”
INVERNO: “Il cuculo compare quando le scorte sono terminate e la terra non da ancora frutti!”
PRIMAVERA: “Non solo il cuculo, ma tutto si desta al caldo Sole e al giorno lungo!”
INVERNO: “Lavorare, ecco cosa! Ma invece nel mio regno ci si riposa al caldo fuoco e non si lavora! Saranno le nuove stagioni a servirmi con i loro raccolti!”
PRIMAVERA: “Non un signore, ma un tiranno che affama e spaventa! Questo è l’Inverno!”
A questo punto compaiono Palemone e Dafny che sentenziarono:
“Arretra duro Inverno e invece avanza dolce Primavera! Fioriscano i teneri germogli e rivestano di profumo e colori la terra che, fecondata dal nuovo Sole, ridesti gioia nei puri cuori!”
E sancita la vittoria della Primavera, il villaggio esultò e si abbandonò alla gioia della festa.
“Posso avere l’onore di ballare con voi, milady?” Domandò Guisgard a Talia e mostrando un vistoso inchino. “Ed anche la gioia di prendere il vostro strascico?”
La musica cominciò e tutti ballarono.
L’imbrunire era giunto e con esso la sera.
Le luci del villaggio rendevano come incantato quel luogo e tutti si divertivano e sognavano.
Alla fine del ballo Guisgard portò Talia presso i tavoli imbanditi per assaggiare alcune delle leccornie della festa.
Appoggiato al parapetto del piccolo ponte che scavalcava il canale, vi era un cantastorie.
“Eh, quanti sospiri!” Ridendo.
“Cosa dite, amico mio…” fissandolo Guisgard “… c’è una ragazza più bella di lei a questa festa?”
“Io non ne vedo, messere!” Sorridendo il cantore. “Parteciperà alla gara per la Principessa?”
“Certo!” Annuì Guisgard. “Anzi, avrebbe dovuto impersonare la primavera! Non siete d’accordo?”
“Certo!”
“Sentito, gioia?” Rivolgendosi Guisgard a Talia. “E lui se ne intende, vero?”
“Naturale!” Esclamò il cantore. “Conosco i versi più belli che parlano delle eroine più famose! E sapete da cosa si nota un’eroina? Dagli occhi! Perché non vi voltate a fissarmi, milady? Mi ritenete così brutto?”
Guisgard lo fisso e scosse il capo.
Il cantastorie comprese e chinò il capo.
“E ditemi, amico mio…” fece Guisgard “… a quale eroe ed eroina volete paragonarci?”
“Ah, sicuramente ad Orfeo ed Euridice!” Strimpellando la sua lira il cantore. “Visto che non vi lasciate mai la mano!”
Guisgard sorrise.
In quel momento una voce zittì tutto e tutti, annunciando l’inizio della gara per scegliere la Principessa della Nuova Stagione.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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