Goz fissò Elisabeth per alcuni lunghi istanti.
Poi sorrise appena ed annuì.
“Da ragazzo” cominciò a dire “ricordo che sotto casa mia vi era una taverna… non era un posto che rapiva per bellezza e comodità, si trovava infatti lungo una strada che non tagliava direttamente verso la capitale, ma il suo profumo saliva fin nella mia stanza ed attirava ogni giorno molti clienti… la specialità della taverna erano le focacce calde con formaggio e salsiccia, ma anche la frittata di piselli e prosciutto… sapete qual è la vera ricetta per una degna frittata, milady?” Domandò ad Elisabeth. “Aggiungerci del latte.” Annuì. “Si, olio d’oliva e una punta di latte. Questo occorre per dare la giusta doratura ad una frittata. Siete mai stata nella Gallia? O nelle regioni dei bretoni? Lassù hanno verdi pascoli dove le mucche possono mangiare erba rigogliosa e danno così dell’ottimo burro. E loro cucinano utilizzando ovunque quel loro burro. Ma per una buona frittata occorre dell’olio buono come solo le nostre regioni del Sud sanno dare.”
“Forse ora siete stanco, messer Goz.” Intervenne la regina. “Continuerete più tardi la vostra conversazione con lady Elisabeth.”
Goz annuì e mostrò un inchino alla sovrana, per poi salutare con un cenno del capo Elisabeth.
“I miei cigni non sono al sicuro…” disse sottovoce ad Elisabeth mentre le passava accanto per andare via “… non mentitemi anche voi, vi prego… sapete bene che non sono stato abbastanza fortunato per morire intrappolato in quel naufragio e il ricordo dei miei cigni mi uccide ogni giorno di più… aiutatemi, vi prego…”
Un attimo dopo uscì dalla sala.
“Curioso personaggio, vero?” Rivolgendosi la regina ad Elisabeth. “Voi cosa ne pensate, milady?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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