Fyellon aiutò Altea ad alzarsi.
“Ho avuto un grande maestro” disse alla ragazza “e a lui devo tutto ciò che sono e che conosco.” Per un attimo un velo d’inquietudine si posò sul suo sguardo. “Si, avete ragione… raggiungiamo il palazzo prima che la situazione precipiti in città…”
I due allora corsero verso il palazzo reale.
Qui, davanti all’ingresso, trovarono una folla inferocita decisa ad assalire la dimora della sovrana.
“La gente sembra impazzita…” mormorò Fyellon “… temo possa scoppiare una rivoluzione…” fissò poi Altea “… statemi accanto e non perdetemi di vista nemmeno per un momento, milady…” prese la mano di lei e si avvicinò alla folla.
Salì allora, con agile salto, su una delle statue che adornavano lo spiazzo che precedeva l’ingresso del palazzo.
“Gente di Tylesia, ascoltatemi!” Urlò alla folla.
“Cosa diavolo vuoi?” Gridò qualcuno.
“Chi sei?” Urlò qualcun altro.
“Non ha importanza chi io sia!” Fece Fyellon. “Ma agendo così non otterremmo nulla!”
“Non sei uno di noi!”
“Forse il popolo ha un volto?” Domandò Fyellon a chi aveva parlato. “Forse come il Clero ama adornarsi di Croci preziose per distinguersi? O come l’aristocrazia di fregi e stendardi per farsi riconoscere? No, il popolo ha lo stesso volto! Ha il mio, quello di questo ragazzo, o di quella fanciulla! Ha il cuore grande perché sopporta soprusi e gli occhi gonfi perché vede i propri cari morire di stenti! Ha le mani tartassate da calli e la schiena curva per il troppo lavoro! Il popolo sono io, siete voi, siamo tutti!”
“Cosa vuoi dirci?” Gridò Qualcuno dalla folla.
“Che tutto questo è inutile!” Rispose Fyellon. “Se resterete qui a gridare e a minacciare, allora vi ritroverete addosso la Guardia Reale che caricherà voi e i vostri figli!”
“Dobbiamo dunque morire di fame e restare in silenzio?”
“No, ma capire i motivi di tutto questo!” Fissando la folla Fyellon. “Avete fatto udire la vostra voce e questo è già importante! Se chi governa è giusto e saggio, allora tutto questo non passerà inosservato! Ora bisogna attendere! Liberate la piazza prima che giungano i soldati! Fatelo ora o sarà troppo tardi e tutto sarà perduto!”
Un mormorio si alzò dalla gente radunata.
Poi, pian piano, la folla cominciò a disperdersi e ognuno ritornò alla propria casa.
Fyellon allora saltò giù dalla statua e raggiunse Altea.
“Sembra sia andata bene…” sorridendo il cavaliere “… per un momento ho temuto potessero rivoltarsi tutti contro di me.” E rise.
In quel momento arrivarono i soldati della regina.
“Lady Altea?” Meravigliato Reas. “Cosa è accaduto qui? Dov’è la folla inferocita?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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