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Vecchio 19-03-2012, 01.32.43   #1147
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Berengario fissò Elisabeth.
“Non so, milady…” disse “… pare che la regina abbia richiesto la vostra presenza… sinceramente sono perplesso quanto voi… vedremo cosa accadrà…”
Così, il servitore condusse la maga ed il ministro dove si riuniva il Senato di Tylesia.
Giunsero in una grande sala circolare, tutta in marmo bianco e lucente.
Due fila concentriche di colonne finemente scolpite giravano in cerchio attorno ad un maestoso altare, circondato da due platee nelle quali sedevano i senatori.
Sull’altare sedeva in trono la regina.
Nel vedere Elisabeth e Berengario, la sovrana fece loro cenno di prendere posto.
La seduta venne allora aperta.
“Prima di cominciare, vostra maestà…” alzandosi uno dei senatori “… questa assemblea domanda alla vostra augusta persona il motivo che permette a questa donna di essere presente alla seduta del Senato…”
“Lady Elisabeth è qui” rispose la regina “perché la riteniamo degna di fiducia, oltre che saggia e rispettosa della corona.”
Nessuno mosse altre obiezioni.
Berengario prese allora la parola.
“Il Senato” cominciò “si riunisce per discutere sullo stato di guerra… l’assedio portato dai nostri nemici sembra inesauribile e le scorte in città cominciano a scarseggiare… è prova di questo il malumore del popolo e la violenta insurrezione che solo a fatica i nostri soldati sono riusciti a sedare… ed abbiamo motivo di credere che la situazione peggiorerà sempre di più…”
“Ormai è chiaro che nulla farà desistere i nostri nemici dal loro proposito…” alzandosi un altro senatore “… loro vogliono il nostro bene più prezioso e non si fermeranno fino a quando non saranno riusciti a conquistarlo…”
“Cosa proponente, ministro?” Domandò la regina a Berengario.
“Non abbiamo molta scelta, maestà…” chinando il capo questi “… forse la nostra unica possibilità è dare pieni poteri a lord Guxyo e alla sua compagnia di cavalieri…”
Un brusio si alzò nel Senato.
“Volete dire” fissandolo la regina “che dobbiamo accettare ogni richiesta di lord Guxyo? Dare, cioè, pieno controllo ad una forza militare? Vi rammento che lord Guxyo ha più volte espresso il desiderio di emanare leggi speciali, che limitano la libertà del popolo ed anche le competenze del Senato… inoltre non ha esitato, in passato, di far passare come legittime alcune azioni dei suoi cavalieri, volte a rifornire di cibo e merci le sue fila e che invece quest’assemblea ha bollato come atti di prepotenza e violenze.”
“Maestà…” fece Berengario “… i suoi cavalieri devono pur rifornirsi dei giusti mezzi per difenderci…”
“E per giusti mezzi” lo interruppe la regina “voi intendete anche furti e stupri?”
“Non sono mai state dimostrate quelle accuse, mia regina…”
“E le percosse sui volti e sui corpi di giovani contadine e pastorelle?” Fissandolo la sovrana. “Non sono prove?”
“Non possiamo mettere in dubbio la parola di nobili cavalieri” rispose Berengario “a discapito di ciò che dicono contadinelle e pastorelle, maestà.”
“Voi cosa ne pensate, milady?” Rivolgendosi poi la regina ad Elisabeth.
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