Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
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Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Riposati pure, Talia…” fissandola Guisgard appena rimasti soli “… io intanto cercherò di capire come stanno le cose qui… credo che non vi siano altri oltre noi tre in questo luogo… verrò a prenderti tra un po’…” e le baciò la fronte, per poi uscire.
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Trattenni la sua mano solo un momento...
“Va bene...” mormorai “Ma sta’ attento a dove vai e a quello che dici... o il nostro ospite finirà per scoprire tutto! E... e torna presto, ti prego!”
Attesi poi il rumore della porta che si richiudeva alle sue spalle ed ascoltai il suono dei suoi passi nel corridoio, sempre più lontani fino a scomparire.
Sospirai, allora, e mi decisi ad iniziare ad esplorare la stanza.
Mi muovevo lentamente, con le mani protese in avanti... la stanza era ricca ed ingombra di oggetti: un alto e pesante baule, un appendiabiti, un paravento, una sedia, una toletta che ospitava svariati oggetti ordinatamente disposti, uno specchio... feci svariate volte il giro della stanza, muovendomi in più direzioni, e lentamente iniziai a prendere confidenza con lo spazio, tanto che non urtavo più la sedia né il baule e mi accorsi di ricordare esattamente la collocazione dei vari oggetti sul piano marmoreo della toletta.
Mi diressi, infine, verso il letto... lo avevo aggirato poco prima, sfiorando appena la soffice coperta riccamente ricamata... un letto a baldacchino, i cui spessi tendaggi mi erano sembrati profumare di rosa e di viola...
Mi avvicinai cautamente ed allungai una mano per toccare quei tendaggi... e fu allora che avvenne: fu un attimo, una strana sensazione, immagini sconosciute apparvero di colpo nella mia mente e vi si imposero con forza... vacillai... tentai di tenermi alla tenda, poi al palo del baldacchino... tremavo violentemente... e intanto mi sentivo scivolare...
La sala era ampia e brulicante di persone... ambasciatori e cortigiani, viaggiatori stranieri e cittadini, pellegrini e funzionari... io avevo sempre detestato tutta quella confusione, ma non potevo andarmene perché mio padre desiderava che fossi presente quando concedeva le udienze.
Sospirai, dunque, e mi concentrai sul gruppo dei musici che, poco distante da me, stavano intonando una delle loro ballate... la musica costituiva un piacevole sottofondo al chiacchiericcio nella sala... mi concentrai su di essa, dunque, e non udii più la lunga fila di parole cortesi ed elogi mielosi che l’ambasciatore di qualche regno alleato stava, proprio in quel momento, riversando su mio padre...
I miei occhi scorrevano i volti nella sala, pur non vedendoli davvero... la mia mente seguiva l’onda di quella musica allegra, anche se il mio contegno non lo lasciava minimamente ad intendere...
Poi lo vidi, ed allora tutto mutò.
Capelli scuri ed occhi chiarissimi, entrò nella sala con passo deciso e si guardò intorno quasi con noncuranza...
Lo fissai per qualche attimo mentre, inspiegabilmente, il cuore iniziava a battermi forte...
“Balia?” mormorai poi, inclinandomi impercettibilmente verso la donna poco distante da me “Balia... chi è quel cavaliere laggiù?”
La donna seguì il mio sguardo e subito lo individuò...
“Non lo so, milady!” rispose “Credo che sia giunto a corte soltanto ieri... pare che nessuno lo conosca....”
“Nessuno?” sussurrai...
Ma proprio in quel momento il cavaliere sollevò lo sguardo e sorprese il mio su di lui... arrossii, ma non seppi distoglierlo... e da quel momento in avanti niente fu più lo stesso. Tenevo gli occhi nei suoi e non udivo più la musica, non udivo più le voci di chi mi stava intorno, non vedevo più nessun altro... improvvisamente non riuscivo a guardare altro che quegli incredibili occhi azzurri e non udivo niente se non il battito frenetico del mio cuore.
Sorrise.
Ed io sorrisi di rimando.
Aprii gli occhi di scatto: buio...
Respirai profondamente ed allungai una mano... trovai la gamba del letto, poi la coperta...
Ero stesa a terra, la fronte imperlata di gelido sudore... e la spalla destra mi faceva un gran male, là dove dovevo averla sbattuta cadendo.
Mi aggrappai alla coperta e mi sforzai di mettermi seduta... mi sentivo confusa, sottosopra, sopraffatta da quelle immagini e da quelle emozioni non mie ma che mi era parso di vivere con tanta intensità...
Visioni... avevo già avuto delle visioni... ma mai tanto nitide e, soprattutto, mai riguardanti l’intimità di qualcun altro...
Poi un pensiero mi colse... il cavaliere in quella visione... il suo volto...
Inspirai profondamente, chinai la fronte sulle mani e mi sforzai di fare ordine nella mia mente.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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