La regina Destefya piangeva e si disperava.
“Il regno ereditato da mio padre…” in lacrime “… il popolo che avrei dovuto difendere e il grande tesoro custodito a Tylesia … tutto sembra sul punto di sfuggirmi…”
“E sei io non fossi nata per fare la regina?” Quasi pensando ad alta voce Destefya.
“Vogliamo mutare Tylesia” sorridendo lui “da monarchia a regno?”
“Scherzi sempre tu…” divenendo ancor più seria lei “... scherzi su tutto...”
“Sono uno sciocco, vostra maestà?” Divertito lui.
“No, solo folle…” mormorò lei “... e forse io lo sono più di te…”
“La senti, Destefya?”
“Cosa?”
“Questa musica…”
“Io non sento nulla…” stupita lei “... siamo nel giardino e non vi sono menestrelli...”
“Allora saranno forse gli Angeli…” sorridendo lui “... si e credo cantino per noi... vuoi ballare, principessa?”
“Sei pazzo…” sorridendo e scuotendo il capo lei.
Iniziarono allora a ballare.
“E quando questa musica finirà?” Rattristandosi lei. “Cosa faremo?”
“Se sono davvero gli Angeli a suonarla” fece lui “allora non finirà mai...”
“E se tu un giorno non ci sarai più?” Guardandolo lei. “Io da sola non riesco a sentirla…”
“Io non ti lascerò mai…” sorridendo lui “... però ti insegnerò lo stesso ad ascoltarla...”
“Giuralo…”
Lui allora la baciò e poi fecero l’amore tra le eriche e le viole in fiore.
La regina, dopo quel ricordo lontano, alzò gli occhi, ancora rossi per il pianto e fissò Altea.
“Quel Fiore è…”
Ma la regina fu subito interrotta dalle grida che provenivano da fuori.
Un attimo dopo un servitore entrò nella stanza e si gettò in ginocchio davanti alla regina.
“Maestà…” disperato “… Tylesia sta bruciando…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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