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Vecchio 21-03-2012, 01.22.09   #1177
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guxyo fissava Elisabeth ed i suoi occhi sembravano voler penetrare a fondo nell’animo della donna.

Elisabeth si trovava in una folta selva, dai tratti incerti e mutevoli.
L’aria era pesante ed una cupa oppressione dominava tutt’intorno.
Ad un tratto la dama vide qualcosa.
Una solenne processione avanzava verso di lei.
Tre frati Francescani erano alla testa di quella e portavano ciascuno un’umile croce di legno.
Alle loro spalle avanzavano tre Domenicani, ciascuno con dei libri e procedendo recitavano a memoria alcuni passi di scritti patristici.
Seguivano poi tre suore Agostiniane, ciascuna con un Rosario fra le mani.
Ognuna recitava Cinque dei Sacri Misteri che compongono il Santo Rosario.
Così la prima scandiva i Sacri Misteri del Gaudio, la seconda quelli del Dolore e la terza quelli della Gloria.
Alla fine alcuni penitenti, col capo sporco di cenere, leggevano ad alta voce la litania con i Santi Attributi della Vergine Maria.
Il mistico corteo continuava con tre bare portate da altrettanti carri, seguite da alcune donne che si lamentavano e piangevano.
Giunsero poi tredici cavalieri in sella a destrieri col manto dello stesso colore dell’aria.
I cavalieri erano ricoperti da corazze di un colore sconosciuto a questo mondo e i loro mantelli volteggiavano in modo indistinguibile, come se non obbedissero alle leggi fisiche e naturali che governano il mondo.
Al loro passaggio gli animali e gli uccelli sembravano inchinarsi e prostrarsi davanti a loro, mentre le creature striscianti, come serpi, ratti e ragni, correvano a nascondersi come impauriti.
Ad un tratto, uno dei cavalieri scoccò una freccia verso l’alto.
Il dardo, appena lanciato, cominciò a sprigionare fiamme fino a divenire incandescente.
E cadde oltre le mura di Tylesia.

Quella visione di Elisabeth durò un attimo infinitesimale.
Gli occhi di Gxyo erano sempre in quelli di Elisabeth.
“E sia, milady…” disse il comandante dei mercenari del Tulipano “…se giurerete di obbedire ad ogni mio comando, allora entrerete nella nostra compagnia…”
Ma proprio in quel momento, uno dei cavalieri di Guxyo entrò di corsa.
“Cosa succede?” Domandò il signore dei Tulipani.
“Milord…” visibilmente agitato il cavaliere “… una parte della città sta bruciando… dal mercato vecchio fino alle pendici dell’Acropoli… Tylesia è un Averno di fiamme!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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