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Vecchio 23-03-2012, 17.15.41   #1224
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il vecchio servitore sorrise, per poi sorseggiare l’ultimo goccio di vino rimasto nella sua coppa.
“Eh, credo che sia giunto anche per me il momento di andare a letto…” alzandosi dalla sua sedia “… queste mie vecchie membra reclamano già da un pezzo un po’ di riposo… ecco… ora, miei signori, vi chiedo il permesso di ritirarmi…” sorrise a Guisgard e a Talia “… la vostra stanza, miei signori, è pronta… ho acceso anche il camino, in modo che possiate trovarla già riscaldata…” e si avviò verso la porta dalla sala “… sono felice che siate ritornati, miei signori…” voltandosi “… sono sicuro che tutto finalmente si sistemerà… mio signore, il vostro cuore” fissando Guisgard “può vincere e conquistare finalmente la Gioia per la nostra terra…” guardò poi Talia e sorrise “… e solo voi, milady, potete conquistare il cuore di lord Andros…” mostrò un lieve inchino “… milord, lady Chymela, vi auguro una buona notte…” e si ritirò.
Guisgard lo fissò fino a quando non andò via.
“Mi chiedo chi sia davvero il suo signore” disse “a cui porta tanta devozione e fedeltà…” fissò Talia “… parla in modo così enigmatico… quei nomi, poi la terra di cui favoleggia, tutto sembra appartenere ad un mondo incantato e lontanissimo da questo reale… forse è tutto celato nella sua folle mente…” sorrise “… su, non lasciamoci immalinconire dai favoreggiamenti di quel povero vecchio! Ora tu devi riposare, vieni, ti porto sopra. Riesci a tenere in mano una candela?” E toltane una da un candelabro, dopo averla accesa sul fuoco del camino, lasciò che Talia la prendesse per illuminare le scale e il piano superiore del palazzo.
“Su, si va a letto.” Fece Guisgard, prendendo poi in braccio Talia.
Salirono le scale e raggiunsero la stanza al piano di sopra.
L’ambiente era accogliente e caldo, grazie al focolare acceso.
“Come ti senti?” Domandò Guisgard alla ragazza, mettendola poi delicatamente a letto. “Va meglio?” Si guardò intorno. “Siamo ospiti in un meraviglioso palazzo. E questo è reale. Sai, vorrei che tu potessi vederlo… vedere ogni cosa di questo bellissimo luogo…” si alzò “… il vecchio accennava al cuore del suo signore, hai sentito? Beh, al mio non interessa conquistare e liberare nessun regno… il mio cuore vorrebbe unirsi al tuo e farti vivere in pieno la magia di questo posto… vuoi vedere questo posto, Talia?” Prendendola di nuovo in braccio. “Vieni, lo scopriremo insieme…” soffiò sui candelabri che illuminavano l’ambiente e una lieve penombra, solo lambita dai bagliori del camino, scese nella stanza “… ora siamo al buio entrambi, Talia…” si avvicinò al camino “… avanti, tocca ciò che ti circonda… lo scopriremo insieme…” Guisgard portò Talia davanti al focolare “… senti questa pietra con cui è costruito il camino? Credo provenga dai monti vicini… ha lo stesso colore, un grigio tenue ed aspro… senti come è porosa al tatto?” Condusse poi le mani di lei sulle sfavillanti maioliche adagiate sulla spessa mensola in noce “… questo tipo di ceramica è solitamente smaltata con disegni in blu… neanche io però posso vederli bene questi disegni ora… posso immaginare i loro motivi vegetali e floreali… tu quali fiori vorresti ci fossero?” Poi Guisgard si chinò e un piede di Talia urtò qualcosa.
Era una cesta di vimini ai piedi del camino, nella quale, adagiata su morbidi cuscini di lana, dormiva una cagnetta dal pelo bianco e lunghissimo.
Guisgard guidò le mani di Talia verso la cesta e lasciò poi che la ragazza accarezzasse il morbido pelo della cagnetta.
Ai piedi del camino vi era un caldo avvolgente e rassicurante, fatto del profumo della legna verde ancora inumidita, perciò lenta a consumarsi e della torba.
La pietra calda rifletteva magnificamente quel caldo alone che arrivava ad accarezzare i loro volti, disegnando variegati riflessi e giochi di chiaroscuro tutto intorno.
“Vuoi dare un nome a questa cagnetta?” Sussurrò lui all’orecchio di lei. “Io credo di si… questo palazzo sembrava addormentato prima del nostro arrivo… prova a darle un nome e vediamo se si sveglia…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 23-03-2012 alle ore 17.21.05.
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